Live Report

|Live Report| M.O.C#1 – Santino Cardamone e Jerry Springle

Crotone, Columbus bar. Jingle bells e led natalizie sui microfoni…

Questo il mood con cui si apre la prima puntata della rassegna “Musica per organi caldi” che vede protagonisti la cantautrice Jerry Springle (Ucraina) e il folle e nostrano Santino Cardamone.

Esordisce Oksana. in arte Jerry Springle, il piccolo folletto d’inverno, che ha creato da subito la giusta atmosfera; un incontro tra la fredda temperatura del 28 dicembre e il calore del suo ukulele.

E’ arrivata dall’ultima tappa a Manfredonia e ha in programma altre tappe, in Italia e in Europa, viaggiando in treno con i suoi fedeli e graziosi strumenti.

Jerry è cantante e scrittrice e sceglie di accompagnare le sue canzoni con ukulele e kalimba e di portare questi strumenti con sé in tour, nonostante abbia studiato per dieci anni pianoforte, perché più facili da trasportate e per la loro calorosità.

Ha accarezzato tutti con la sua voce così delicata come un leggero fiocco di neve, proponendo brani scritti da lei e cover soprattutto di canzoni natalizie, lanciandosi nel clima.

Dopo il tocco di tenerezza del fiocco di neve, arriva la valanga ed entra in scena lo scalmanato Santino Cardamone con la sua pazza chitarra.

Il nostro simpatico “menestrello di Bacco” chiede da subito di spostare tavoli, allargare tende e soprattutto un bicchiere di vino perché è da subito intenzionato a fare baldoria e a rivoluzionare gli animi.

Con le forti e vibranti corde della sua chitarra e della sua voce viva e accesa è riuscito a coinvolgere presenti e passanti per tutta l’ora di esibizione. Ha proposto brani del suo repertorio, tra cui immancabilmente Amsterdam e l’insolito brano su Sasha Grey, ma non sono mancate anche le cover, soprattutto di De Andrè.

Una serata sicuramente fatta di contrasti. Si è infatti passati da un gruppo di ascoltatori seduti, rilassati e quasi incantati dalla tenerezza della Springle, ad un pubblico vivace, saltellante e coinvolto dall’animo irrequieto e dal sangue calabrese del Cardamone.

Di Marta Paluccio foto Aurelien Facente