L’album di Lauryyn, “Aritmia”
Non una semplice raccolta di brani, ma un vero e proprio viaggio viscerale nelle pieghe più recondite dell’animo umano.
L’essenza delicata di Aritmia, disco di Lauryyn è un invito coraggioso a esplorare il labirinto delle relazioni e la battaglia incessante per affermare la propria identità. Ogni testo è uno squarcio, una ferita aperta che pulsa, rivelando la complessità del sentirsi vivi, fraintesi e in perenne ricerca di autenticità.
Al centro di questo universo sonoro c’è il tema dilaniante della misinterpretazione. Lauryyn (Aurora De Gregorio per l’anagrafe) si scontra costantemente con la proiezione di un “doppio fine” su ogni suo gesto e parola. È una lotta estenuante contro un sospetto latente che distorce la realtà, trasformando la spontaneità in calcolo. L’artista riversa in queste liriche la frustrazione bruciante di chi desidera solo essere visto per ciò che è, senza i filtri di un giudizio affrettato. Questo grido di trasparenza, un tentativo disperato di abbattere i muri dell’incomprensione, logora l’anima, portando talvolta all’isolamento come unica difesa.
Ma la battaglia di Lauryyn non si ferma all’esterno; si tuffa in un conflitto intimo, quasi shakespeariano. Il richiamo a “Fight Club” è un’illuminante metafora di una relazione tossica che si insinua nelle fibre più profonde del sé, trasformandosi in un alter ego, una parte di sé stessa che minaccia la sua lucidità. È una lotta per disidentificarsi da un’immagine distorta, un processo doloroso che impone la rinuncia a frammenti di sé pur di riconquistare la propria essenza e la libertà interiore.
L’album si espande poi verso una dimensione più esistenziale. L’artista si ritrova “tesa nella rete” del suo soliloquio, consumata da una “sete di capire il mondo” che si scontra con l’impossibilità di afferrare un “quadro che non coglie”. È la sensazione di essere bloccati in un gioco senza regole chiare, un’angoscia silenziosa che lascia un retrogusto di vacuità. Eppure, proprio in questa apparente resa, si cela una scintilla di resilienza. La pressione esistenziale e l’ansia diventano, paradossalmente, il carburante per una liberazione radicale. L’idea di una “fine” imminente, di un punto di non ritorno, agisce come un catalizzatore, spingendo Laurynn a “liberare” e “guarire” i propri limiti. La notte, con la sua oscurità protettiva, diventa un santuario, un luogo dove poter urlare il proprio dolore e cercare l’oblio. In questo vortice di emozioni, emerge un inno alla resilienza, alla capacità di trasformare la vulnerabilità in una forza dirompente. Laurynn ci invita a guardare in faccia le nostre cadute, a riconoscere l’incertezza come parte del percorso, e a trovare il coraggio di rialzarsi, un respiro alla volta.
La fragilità in “Aritmia” non è un limite, ma una forza autentica che pulsa attraverso ogni traccia. L’artista non si nasconde, ma si espone senza filtri, e la fusione di jazz, R&B ed elettronica diventa la sua lingua per raccontare questa vulnerabilità complessa. Il jazz, con la sua essenza improvvisativa e la libertà espressiva, offre a Lauryyn lo spazio per esplorare le crepe dell’anima; le sue strutture a volte inaspettate rispecchiano una mente che fatica a trovare logica, un “battito irregolare” che dà il nome all’album. L’R&B, con le sue melodie avvolgenti e i ritmi avvincenti, diventa il veicolo per una fragilità più viscerale, trasmettendo il senso di soffocamento e il dolore di dinamiche tossiche con una risonanza quasi tattile. L’elettronica, infine, non solo amplifica ma a volte distorce la percezione di questa fragilità. Synths atmosferici e texture sonore tessono paesaggi sonori che evocano l’isolamento e la sensazione di una caduta nell’ignoto, trasformando la vulnerabilità in qualcosa di quasi surreale e a tratti angosciante.
L’album di Lauryyn è, in definitiva, un’esperienza intensa e autentica, che risuona con chiunque abbia mai lottato per essere capito o per trovare la propria strada in un mondo caotico. “Aritmia” ti invita non solo a capire la vulnerabilità, ma a sentirla, pulsante e vitale, in ogni nota. Sei pronto a lasciarti trasportare in questo viaggio emotivo? Noi lo abbiamo fatto.