Live Report

|Live Report| Lo Straniero a ‘Na Cosetta, Roma

Venerdì 15 febbraio, ‘Na Cosetta, Roma. In quella che dovrebbe essere la serata dedicata ai single per scelta propria o d’altri, il locale ci accoglie con un insospettabile stuolo di romantici tavolini da due, luci soffuse e brusio di sottofondo.

 

A giudicare dal pienone della sala, non vi è dubbio che il formato “cena + concerto” importato dalla scena jazz sia un successone. 

Sul palco questa settimana Lo Straniero, band piemontese al suo secondo album in studio, groove irresistibilmente electro-pop, talento a grandi manciate.

 

Complici forse il silenzio della sala, forse le “ristrettezze” del palco, ma i nostri Magnifici 5 sembrano inizialmente quasi timidi e incerti nel presentarsi ed approcciare il pubblico.

Come sempre accade quando si è di fronte a dell’ottima musica, però, l’imbarazzo iniziale dura poco: Seduta Spiritica, Sorella e Nera volano via veloci e segnano il passo di quella che sarà, a giudicare dalle espressioni in sala, una scoperta sorprendente per molti.

Matematica aspirina, Psicosogno e Dove vai sono un gran bel primo piatto. Psichedelia, ritmi da dancefloor e suoni sintetici creano un’atmosfera sospesa, a metà fra la voglia di ballare e quella di approfondire, gustare, rimirare ogni singola frase.

Lo avevamo già accennato nella review dell’ultimo loro album, Quartiere Italiano, e lo confermiamo: grande merito della band è il lavoro narrativo dietro alla scrittura dei testi.

Autentici capolavori ricchi di spunti e riferimenti ai più vari livelli.

Dal vivo, poi, si aggiunge l’incredibile pulizia dei suoni e – non me ne vogliano gli altri componenti – il magnetismo della Addari.

Il tempo di Quartiere italiano, singolo omonimo che dà il titolo al disco, ed è tempo di Madonne, brano che nella sua versione live ha davvero una marcia in più. Sempre piacevolissimo il richiamarsi e rincorrersi delle due voci, maschile e femminile, in un equilibrio perfetto.

Un concerto speciale, intimo e diretto allo stesso tempo.

La conferma del valore di una band che merita più di un ascolto. In moto continuo verso nuovi panorami, sì, ma da raggiungere con la bussola dell’elettronica old school sempre attiva.

di Veronica Boggini