Live Report

|Foto Report| La necessaria malinconia di Clavdio e Mox

È un martedì sera di Luglio, serata perfetta per sbriciolarsi addosso patatine sul divano, ma a Villa Ada suonano Clavdio e Mox, tra i migliori progetti musicali in circolazione. Non possiamo mancare.

Alle nove in punto sale sul palco Giovane Giovane, cantautore livornese che propone un pop pulito e orecchiabile, canzoni ben costruite ma che a primo ascolto non rimangono. Ma tranquilli, c’è sempre il secondo.

Ed ecco Mox con la sua band. Di lui ve ne avevo già parlato qui qualche mese fa. Confermo tutto: Mox è un fuoriclasse della canzone italiana, è già un classico. Non c’è un pezzo che non rimanga in testa.

Elegante, raffinato, tagliente. Un sorriso che conquista. Una voce calibrata che quando vuole colpire lo fa senza mezzi termini.

Stupisce la sua precisione, quasi stessimo ascoltando il suo disco Figurati l’amore, senza però perdere l’intensità della dimensione live. Impeccabile Mox. Menzione speciale per Mara, brano di rara bellezza. Per lui anche un’intensa cover di Un’ora sola ti vorrei. Ad maiora.

E poi arriva Clavdio, anche lui visto qualche mese fa, sempre qui a Roma, la sua città. Sembra essersi abituato al successo. Meritato, senza dubbio. Apre il concerto con Suriname in un’atmosfera da festival elettronico, tra luci viola, synth e glaciale passione. Poi si apre, l’atmosfera si scalda, ed è difficile non ammirare il suo talento.

Tra pezzi più “indie” e ballate voce/chitarra la voce di Clavdio è un unicum nel panorama musicale italiano. Nacchere, Serpenti e soprattutto Cuore fanno cantare e ballare; Amazon, che mi ricorda il migliore Elliott Smith, Le tue gambe e Ricordi sono pezzi bellissimi e struggenti, costruiti con maestria.

Avete in mente quando una canzone vi meraviglia per quanto è magnetica e semplice al contempo? Clavdio e il suo “Togliatti Boulevard” sono tutto questo.

Una voce profonda, un viaggio in bilico tra elettronica e cantautorato, una poetica mai banale, ricercata, ma che ci sbatte in faccia il quotidiano, come “le cicatrici, reperti organici dei giorni felici”. C’è spazio anche per Il Rondine, suo vecchio progetto, con La bolletta del gas, Morto e soprattutto Pregiudizio su Sergio, pezzo sempre spiazzante, sorta di trattato sul pregiudizio condensato in una canzone.

In chiusura, il pubblico si scatena sulle cover di Cuccurucucu e Daddy cool, che Clavdio sembra aver pensato proprio per bilanciare la sua necessaria malinconia.

L’ultimo pezzo è un bis vero e proprio, Cuore, con cui il cantautore romano saluta il pubblico, duettando con un fan emozionato a cui regala la maglietta della sua squadra di calcio, l’Olympique Togliatti.

Lunga vita a Clavdio. 

di Malatesta 

foto di Mattia La Torre