Live Report

|Live Report| Il Grupo Compay Segundo de Buena Vista Social Club a Villa Ada

Un bel pienone per quello che senza dubbio è stato il concerto più ballereccio di questa edizione di Villa Ada Roma Incontra il Mondo.

Venerdì 26 luglio è stato il turno del Grupo Compay Segundo de Buena Vista Social Club, una vera esplosione di sabor cubano e tradizione, aperto da un meraviglioso Luca Carocci.

La formazione attuale ha all’attivo oltre vent’anni di esperienza, che si vedono tutti nella maestria con la quale gestiscono il palco.

Ad ogni nota è impossibile non pensare a Maximo Francisco Repilado Muñoz, meglio conosciuto come Compay Segundo, anima della band originaria dei Buena Vista Social Club e vero e proprio pilastro della musica e cultura di Cuba.

Insomma, ci siamo trovati di fronte una band poliedrica, composta da un variegato ensemble, per strumenti e età, di musicisti di alto valore e competenza.

Ad emergere distintamente è quella classe unica nelle loro camicie bianche e inamidate e nelle movenze fluide dei numerosi componenti.

L’intento principale, ovvero riproporre la musica popolare pre-rivoluzione, emerge chiaro fin dalle prime note: da Ry Cooder a Guillermo Portabales, passando per Ibrahim Ferrer, suonano brani chiave della cultura cubana.

Non mancano poi i colpi di scena, come quello di Felix Martinez, che a metà del concerto suona l’armònico, strumento a sette corde inventato proprio da Compay, con un orologio al posto del classico plettro.

A proposito: bellissimo il rapporto che la band crea con il pubblico, costantemente invitato a ballare e sollecitato a partecipare attivamente al concerto.

E proprio il pubblico impazzisce sulle note delle celebri Guantanamera e Chan Chan.

Segue una lunghissima improvvisazione: vi prendono parte anche gli ospiti speciali della serata, vale a dire un cantante di origine cubana e Jose Ramon Caravallo Armas, già membro dei Bandabardò e presente in apertura nella formazione che ha accompagnato Luca Carocci.

Che dire, una serata meravigliosamente caliente.

di Veronica Boggini

foto di Damiano Sabuzi Giuliani