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|Review| Le “Canzoni rubate” di Federico Poggipollini

Oggi 26 marzo esce per Django Dischi “Canzoni Rubate”: il nuovo album di Federico Poggipollini.

Con questo nuovo lavoro, Federico Poggipollini ci regala quello che immagino essere uno spaccato del suo vissuto: si tratta infatti di un vero e proprio viaggio nella musica italiana anni Ottanta, arricchito da un inedito e 7 bellissimi brani strumentali originali composti durante il lockdown.

Ma se non stupisce la scelta di una comune matrice progressive, a colpire è l’inaspettata selezione delle cover, ognuna legata a ricordi dell’artista.

È il caso ad esempio di Varietà di Gianni Morandi, scritta da Mogol insieme a Mario Lavezzi e cantata da quest’ultimo nel corso del tour promozionale di Bella Signora, in presenza di Poggipollini.

Oppure di Città in fiamme, dei Tribal Noise, una band bolognese in cui Poggipollini suonava il basso.

Nella selezione c’è anche Ivan Graziani, di cui Federico Poggipollini interpreta Monna Lisa insieme a CIMINI, in uno scatenato rhythm and blues per cantare ancora una volta della sua relazione con Bologna, che poi torna anche ne Il Chiodo degli Skiantos.

 E poi ancora Ivano Fossati Eugenio Finardi, che lo affianca in Trappole: 

Una canzone dal ritmo incalzante. Tra la new wave e il punk anni 80. Il basso ipnotico con la batteria che suona nervosa e libera nei fill. Trappole il testo in una frase: la trappola in cui il cervello cade a causa di automatismi.

 Quello che accomuna i brani è certamente l’essere per nulla scontati: sono tracce forti, con arrangiamenti corposi, ritmi energici e testi che si sposano facilmente con le dinamiche e le situazioni contemporanee. Il frutto di una ricerca senza dubbio sapiente e di una cultura musicale notevole.

Ma prima di tutto, Poggipollini in Canzoni Rubate ci offre una precisa idea di musica, che delinea con grande attenzione e dovizia di particolari.

 Il risultato è un lavoro dal sapore vintage che allo stesso tempo ben si colloca ai giorni nostri, un album dall’ascolto piacevole e mai ripetitivo, ma anzi ricco di spunti musicali diversi. Senza dubbio un bell’esperimento.

di Veronica Boggini