Live Report

Color + Be Color 2023: amarsi un po’, anzi parecchio

Franz Ferdinand

Franz Ferdinand

Giunto alla sua undicesima edizione, il Color Fest si conferma uno degli appuntamenti musicali più importanti dell’estate indipendente italiana.

Dall’11 al 13 agosto a Maida, nel cuore della Calabria, in un territorio che si situa esattamente al centro dell’istmo calabrese, proprio nel punto più stretto d’Italia, abbiamo assistito a tre intense giornate di live e dj set. Il tutto immerso in un grande spazio verde con due palchi, numerosi stand e circa venti nomi in line-up.

Color Fest

Ma di cosa parliamo quando parliamo del Color Fest?

Quando parliamo di Color Fest, parliamo di un festival che è stato, sin dal suo esordio (targato 2013), la culla del cantautorato indie italiano, capace non solo di incamerare, ma anche di lanciare nomi e mode.

Un festival che ha deciso, come le line up degli ultimi anni testimoniano, di puntare la sua attenzione su un pubblico sempre più giovane, i cui gusti musicali sono orientati non solo verso l’indie ma anche, e spesso principalmente, verso il rap e la trap.

Un festival che però, da sempre, è anche luogo di incontro intergenerazionale, capace di garantire uno spazio a produzioni di nicchia e/o dedicate ad un pubblico di appassionati non più giovanissimi (come avevamo sottolineato già nel report dell’edizione 2021). E così che, negli ultimi anni, ha dato spazio a nomi quali, ad esempio, Gazebo Penguins, Massimo Volume, Laura AgnusdeiIosonouncane.

Un festival che ha l’intento, sempre e comunque, di mettere insieme grandi progetti, per ottenere il necessario riscontro di tipo commerciale, e nomi che assicurano qualità e spessore artistico. Senza dimenticare che, per fortuna, in molti casi i due aspetti sono felicemente coincisi.

Un festival capace di portare anche nel profondo Sud non solo grandi nomi della musica italiana, ma anche del panorama internazionale: i Soft Moon nel 2015 e i Notwist nell’edizione dello scorso anno (della quale vi avevamo parlato qui).

Un festival che ha, inoltre, la caratteristica di sostenere sempre anche piccoli progetti, non solo locali.

Il contest che dà come premio la possibilità di aprire le varie date del Color si svolge, infatti, da diversi anni su scala nazionale e conta sempre un altissimo numero di iscrizioni.

Un festival che che ha trovato ormai da diversi anni la sua casa ideale all’interno di un agriturismo, l’Agriturismo Costantino, messo letteralmente a ferro e fuoco, per tre giorni e tre notti, dalle migliaia di appassionati che arrivano nell’entroterra lametino (siamo alle porte di Lamezia Terme) non solo da tutta la Calabria, ma anche da fuori regione. Una location immersa in una natura rigogliosa e selvaggia, tra le più caratteristiche della macchia mediterranea calabrese.

Color Fest

Un festival capace di diventarne due: per il Color Fest 2023, infatti, il si unisce al Be Alternative Festival diventando “Be Color”. In questo modo, grazie a una forte unione di intenti tra le due realtà calabresi, l’ultima serata del Color si è trasformata in un festival nel festival, così da poter offrire, unendo le forze, degli headliner del calibro dei Franz Ferdinand.

Nei giorni precedenti a succedersi sui due palchi del Color Fest 2023 sono stati una serie di live, per i palati più diversi, tutti in esclusiva per il Sud Italia.

Il primo giorno al Color Fest 2023

Venerdì 11 agosto il Color Fest ha aperto le danze con i calabresi Santateresa, portabandiera dell’it pop, seguiti dai ritmi hip pop dei campani Fuera. La giornata è stata contrassegnata proprio dalla presenza massiccia di sonorità rap e hip hop. Tra gli ospiti, infatti, ci sono diverse giovani leve dei due generi, a cui si potrebbe immaginare ha fatto un po’ da madrina Meg, che dagli inizi degli anni novanta porta alto il nome del rap italiano. Il suo debutto risale, infatti, ai tempi in cui era parte dei 99 Posse.

Con all’attivo otto dischi, di cui quattro da solista, e numerose collaborazioni, anche in questa occasione Meg ha dato prova di essere ancora una regina. Con stile e garbo da vendere, continua a mantenere la sua caratteristica di promotrice di un cantautorato originale e eclettico, capace di fondere generi diversi. Ne sono prova i pezzi proposti durante il live, tratti dal nuovo disco “Vesuvia”, in cui Meg ospita artiste provenienti da universi anche molto lontani (come Elisa, Emma, NZIRIA e la pianista francese Katia Labèque). Ne è prova anche la sua costante ricerca musicale che l’ha portata sempre più verso l’elettronica.

Meg

Meg

E a proposito di elettronica, tra gli ospiti della prima serata del Color Fest 2023 anche Sibode, al secolo Simone Marzocchi. Attore, compositore e musicista anche per la compagnia Teatro delle Albe di Ravenna.

Headliner della serata la super band Lovegang126, un collettivo romano sorto nel 2008, di cui fanno parte Franco126, Ketama126, Pretty Solero, Drone126, Asp126, Ugo Borghetti e Nino Brown. Il loro riferimento è il rap delle origini, i testi calibrati tra ribellione, ricerca della rima facile, linguaggio immediato e vicino ai giovanissimi.

Se, come me, vi chiedete il perché della ripetizione di questo numero, sappiate che niente ha a che fare col glorioso modello della FIAT… ma piuttosto con i centoventisei gradini della Scalea del Tamburino, situata tra i quartieri di Trastevere e Monteverde, a Roma, dove i componenti della gang si ritrovavano quando erano ancora ragazzini.

Lovegang126 live al Color Fest 2023

Lovegang126

Pur essendo lontanissimi dai mondi musicali a me familiari, non se ne può non riconoscere la genuinità e il talento, anche solo di saper essere padroni, certo col loro stile, di grandi palchi in grandi occasioni.

Cosa, quest’ultima che non possiamo invece dire per l’altro nome di punta della serata, che appunto già dal nome non prometteva niente di buono. Con tale Nello Taver il Color Fest, a mio avviso, ha toccato la punta più bassa di 11 anni di gloriosa storia. Ma il folto pubblico, assiepato sotto al palco durante la sua esibizione (fatta per un buon 60 % di rutti), ci fa capire che molti ragazzi questo vogliono.

Non tutti sono attenti alle tematiche ambientali e di genere, come potrebbe sembrare, ma in tanti ascoltano e si identificano negli you-tuber che vanno alla ricerca di click con battute facili e oscene. Un approccio al rap che alcuni definiscono dissacrante, ma che a me (che di roba dissacrante penso di averne pure sentita) sembra soltanto di cattivo gusto. Se non lo conoscete, immaginate il peggior cinema italiano trash, colmo di parolacce, stereotipe e battute sessiste, e sarete ancora lontani. Giuro.

Sipario!

Il secondo giorno al Color Fest 2023

Tra i nomi della altrettanto ricca line up di sabato 12 agosto, segnaliamo quello di Whitemary, alias Biancamaria Scoccia, artista poliedrica che, partita dal jazz, mette insieme il cantautorato indie italiano con la techno e i campionatori. E, ovviamente, quello dei Verdena, che tornano al Color Fest dopo 8 anni.

Nel 2015 parteciparono, infatti, ad una edizione storica del festival, che vide esibirsi, oltre ad alcuni dei nomi più interessanti dell’underground calabrese degli ultimi 20 anni, artisti del calibro di Iosonouncane, appunto i Verdena e i Soft Moon. Un anno segnato anche dalla prima tappa dell’apertura internazionale del Color, ripresa poi con maggiore forza negli ultimissimi anni.

Verdena live al Color Fest 2023

Verdena

La data calabrese del “Volevo Magia Tour 2023” ha confermato la compattezza e la maturità di una delle band che stanno facendo la storia del rock italiano. Il live parte con “Paul e Linda”, secondo brano del loro ultimo disco “Volevo magia”.  L’alto tasso di adrenalina è palpabile in tutti i fan assiepati sotto il palco.

Un turbinio di suoni ed emozioni accompagna l’esecuzione della band bergamasca, un po’ danneggiata dalla resa audio che, almeno dalla posizione in cui ero io, ha molto penalizzato la resa della voce di Alberto Ferrari. Ma in ogni caso l’emozione nel pubblico è stata sempre in crescendo, facendosi sempre più accesa, soprattutto in coincidenza con l’esecuzione di brani come ad esempio “Dentro Sharon”, tratto da quel primo disco omonimo, uscito nel 1999, prodotto proprio da Giorgio Canali, che sarà ospite dell’ultima giornata del festival.

Il ritmo si attenua e le braccia del pubblico si alzano. La partecipazione all’esecuzione di “Chaise Longue” (anch’essa tratta dall’ultimo album) è pari all’esecuzione di un vecchio classico. L’emozione è forte e palpabile, sottopalco e tutt’intorno. E non può che aumentare quando partono le prime note di “Angie”, una delle loro ballate più note, tratta dall’album “Requiem” (2007).

Il ritmo ritorna alto con “Luna”, che ci riporta al glorioso “Il suicidio dei Samurai” e ai primi anni 2000: da lì in poi è un susseguirsi di pezzi al fulmicotone, smorzati solo dall’esecuzione di un’altra delle loro ultime ballate “Sui ghiacciai”. Ma la tensione poi  cresce nuovamente con la scalata punk di “Volevo magia”, brano dal ritmo incalzante e velocissimo, che sembra riesumare il miglior alternative rock italiano (ascoltandola le prime volte ricordo di aver pensato che, con questo brano, i Verdena hanno realizzato la canzone più bella dei Marlene Kuntz degli ultimi anni…).

Generosi anche con i bis, i Verdena si congedano dal pubblico del Color Fest inanellando alcuni dei loro brani più noti, come le immancabili “Valvonauta” e “Muori delay”.

Il terzo giorno al Color Fest 2023

Line up ricchissima anche nell’ultimo giorno di festival. Giorno in cui il Color si trasforma in Be Color. Un progetto che, come dicevamo all’inizio, è nato dalla collaborazione con l’associazione Be Alternative di Cosenza.

Tra gli altri protagonisti di questa ultima giornata, ricordiamo la presenza di una band proveniente dalla nuova scena musicale belga, gli Ada Oda. Un progetto che si muove tra Belgio e Italia, tra alternative rock e indie. Li contraddistingue una attitudine tendente al punk, che rimanda a vecchie glorie dell’indie italiano delle origini, come ad esempio gli Ustmamò, ma ovviamente in chiave Generazione Z, richiamati soprattutto dallo stile adottato dalla cantante Victoria Barracato, che ricorda un po’ quello di Mara Redeghieri.

Altra presenza femminile nel pomeriggio di domenica 13 è stata quella di Angelica, artista con una carriera a metà strada tra musica, pubblicità e social. Nella sua esibizione, la cantante monzese inserisce anche una rilettura del famoso brano di Lucio Battisti, “Amarsi un po'”, che è anche il claim di questa edizione del festival.

Angelica live al Color Fest

Angelica

Le esibizioni sono continuate con il live di Canali | Praino, ovvero Giorgio Canali e Francesco Praino. Il vecchio e il nuovo (per parafrasare il titolo di un film di un altro buon vecchio che di cognome faceva Ejzenstejn) che si incontrano. Un padre e un figlio della più genuina musica italiana, che si ritrovano su un palco per dare voce a un progetto che tira fuori la loro migliore indole rock.

Canali | Praino

Canali | Praino

Giorgio Canali è probabilmente il musicista che più di tutti ha calcato il palco del Color Fest. A mia memoria sono poche le edizioni in cui non si è esibito… a testimonianza della sua capacità di essere un vero e proprio idolo trans-generazionale.

Sempre acclamatissimo, tanto dal pubblico che lo ricorda attivo già dagli anni ’80, prima come tecnico del suono con PFM e Litfiba e poi come componente di CCCP, CSI, PGR, quanto dal pubblico dei giovanissimi, che lo hanno conosciuto con il suo progetto Giorgio Canali & Rossofuoco.

Giorgio Canali - Foto di Pasqualino Caparello

Giorgio Canali live Color Fest 2013 – Foto di Pasqualino Caparello

E arriviamo alla chiusura di questa undicesima edizione del Color Fest e primo appuntamento del Be Color. Un festival nel festival, praticamente un metafestival! Qualcosa capace di realizzare una piccola grande magia: una band della caratura internazionale quale i Franz Ferdinand nel cuore di una delle regioni più marginali del Sud Italia. In una zona che ha sempre avuto fame di musica e live, ma che non ha mai saputo dare ai suoi figli la possibilità di sfamarsi senza dover fare centinaia e centinaia di chilometri, verso Nord. Un destino che rimanda ovviamente a ben altri viaggi (verso il Nord, e verso il resto del mondo).

Almeno in ambito musicale, negli ultimi 10/15 anni le cose sono molto cambiate. Alcune, spesso piccole, rassegne musicali hanno portato anche a Sud i grandi nomi dell’alternative rock nazionale e anche internazionale. Grazie al lavoro di queste piccole realtà e grazie alla caparbietà di un manipolo di sognatori (pronti a rischiare, spesso anche senza nessuna copertura alle spalle), anche in Calabria è stato possibile assistere a live che 20 anni fa avremmo solo potuto sognare.

Il Color Fest e il Be Alternative Festival sono senza dubbio prima figli, e ora artefici, di questo importante cambiamento. Un connubio il loro che parte, appunto, alla grande, con l’arrivo in Calabria dei Franz Ferdinand.

La band di Alex Kapranos, Bob Hardy, Dino Bardot, Julian Corrie e Audrey Tait, è invece figlia del migliore pop-rock inglese. Quel pop-rock che parte dai Beatles e arriva agli Arctic Monkeys, facendo tesoro della lezione apportata dal punk e dalla new wave. Una band che non disdegna sonorità di impatto più commerciale, come la musica dance, e che da sempre è riuscita a mettere insieme ritmi più ordinari e ritmi più ricercati, che li hanno portati fin verso l’art-rock.

Per celebrare i 20 anni di carriera, lo scorso anno, i Franz Ferdinand hanno pubblicato il greatest hits “Hits To The Head”, che raccoglie esattamente 20 dei loro più grandi successi.

Il live al Be Color parte con “The Dark of the Matinée” e, nell’ora e mezza successiva, la band scozzese snocciola in maniera impeccabile un pezzo dopo l’altro, infiammando il numerosissimo pubblico accorso per loro. Un pubblico variegato e variopinto, come nella migliore tradizione del Color Fest, che balla e gioisce grazie ad una band che indubbiamente “c’ha #ipezzi”, come direbbe qualcuno.

E a fine serata non possiamo che pensare che Be Color è il frutto di una condivisione di intenti tra due realtà che si uniscono per permetterci, al ritmo della musica di qualità, di amarci tutto un po’ di più. Anzi parecchio di più.

di Loredana Ciliberto