Live Report

|Foto Report| I Verdena alla seconda giornata di Umbria che Spacca

L’1 luglio è stata la seconda serata per il festival umbro “Umbria che spacca”, alla sua decima edizione.

Era precisamente il 2015 quando i Verdena hanno suonato l’ultima volta sul palco dell’Umbria Che Spacca, in un’altra location e davanti ad un altro
pubblico.

Otto anni fa.

Eppure la band non sembra cambiata di una virgola, almeno per quello che riguarda l’intensità del suo sound, o per quella particolare scarica di adrenalina che da sempre riesce a trasmettere a tutti noi.

Perchè non si può negare che i nostri eroi bergamaschi siano rimasti tra i pochi
gruppi, nel panorama italiano, sempre “fedeli alla linea”.

L’Umbria che Spacca invece è molto cambiata in questi anni, espandendosi, con
nuovi e diversi palchi collocati in giro per il centro storico della città di Perugia.

Il concerto comincia relativamente presto ed iniziano ad esibirsi alcuni gruppi, tra cui i fiorentini Manitoba e gli umbri Elephant Brain.

Il meteo è stato incerto per tutto il giorno e verso l’ora di cena una pioggerella di poco conto infastidisce il pubblico che però sembra comunque moltiplicarsi.
Per fortuna va tutto liscio: i Verdena salgono sul palco poco dopo le 22.00 e per un’ora e mezza abbondante, assistiamo ad un live davvero incredibile!

Sono passati 7 anni dall’ultimo tour ormai, ma sembrano tornati più carichi di
prima, più maturi e forse anche un pò più a loro agio con il pubblico.

Luca con la sua batteria che come un carro armato non lascia scampo , tira dritto senza mai fermarsi, sempre nascosto dietro i suoi piatti, sempre in uno spaziotempo fatto di lunghi capelli arruffati e sudore.

Roberta sorride, sorride parecchio sul palco e fa sù e giù con la testa, come ha
sempre fatto da quando era una ragazzina, poco più che adolescente, quando
iniziava a suonare in questo magico trio, quando inizialmente, sfoggiava capelli di colori sgargianti e minigonne animalier.

Albi strappa qualche accordo, mordicchia il microfono come sempre, il vizio non gli è passato evidentemente. Si concede qualche divertente intermezzo, ma l’intensità della sua voce è sempre potentissima.

Mi soffermo per esempio ad ascoltarlo su brani come Don Callisto e Isacco
Nucleare (da Requiem, il mio album preferito, del 2007) e cavolo…è
inconfondibile.

Anche la loro new entry fa la sua parte: Carlo Maria Toller, approdato solo lo scorso anno nella band, tra tastiere, chitarra e cori, sembra tenere tutto completamente sotto controllo, senza dare il minimo cenno di insicurezza e se la cava davvero molto bene.

Insomma, con una scaletta di tutto rispetto, con brani meravigliosi provenienti da un passato remoto, di un passato più recente e chiaramente con con alcuni brani dell’ultimo disco del 2022, Volevo Magia, i Verdena ci lasciano tornare a casa con un gran bel sorriso stampato in faccia.

Probabilmente, molti di noi avrebbero continuato ad ascoltarli per molto più tempo (compresa la sottoscritta).

Il finale in realtà non soddisfa tutti, ma dopo un super bis (con brani tra cui Scegli me e Muori Delay), nessuno si lamenta.

Grazie Umbria che Spacca e grazie Verdena… vi ringrazia anche la mia cervicale che per un’ora e mezza ha fatto head banging e oggi è tutta bloccata (ma felice).

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di Uliana Piro