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|Interview| Ama il Lupo: in viaggio da una vita senza meta

Pezzi che nascono chitarra e voce ma che amano uscire fuori la sera con synth e drum-machine.

Ama il Lupo è Amedeo Mattei, campano di nascita ma dall’indole migrante, già voce e testi degli Animali Urbani, progetto wave elettronico nato nel 2018, prende in mano tutti i suoi appunti, ne segna altri, alcuni li perde nei traslochi, e ne fa diario di bordo di una vita da marinaio senza mare, da lupo senza branco.

Della propria storia è impossibile decidere, dove nascerai, cosa ti capiterà, quanto alto e bello sarai. Potrai sempre decidere però a che velocità andare, come rispondere agli schiaffi, con quali salse condire il tuo panino.

E allora AMA il tuo tempo, AMA ciò che fai, AMA gli imprevisti, AMA il tuo respiro, AMA la tua rabbia, AMA il lupo.

Frigo è il secondo singolo dell’artista campano dopo il brano che ha segnato l’inizio di un nuovo percorso artistico, Spaceboy, pubblicato il 18 settembre da Le Siepi Dischi e distribuito da Artist First in digitale su tutte le piattaforme di streaming.

Frigo è la descrizione emblematica dell’altalena che l’amore ci regala: un susseguirsi di su e giù, di fiati sospesi e cadute nel vuoto.

Il ritmo da ballata, il sound schietto e la voce calda e malinconica si specchiano bene nel testo scritto di getto, alla luce fioca di un camino.

Ecco cosa ci ha raccontato.

Hai origini campane ma vivi a Torino, raccontaci questo viaggio che ti ha portato da sud a nord…

Andato via di casa a 16 anni, direzione toscana per motivi calcistici. Poi Milano, Roma, la Spagna, Berlino per poi finire a Torino. Sono in viaggio da una vita da sud a nord e da est a ovest. Credo manchino ancora delle tappe.

Come vivi la scena musicale a Torino? Sei uno che ama farne parte o rimani in disparte?

Negli ultimi anni non c’è stata una vera e propria scena reale torinese. Purtroppo. Sta a noi artisti emergenti crearla e non vedo l’ora di farne parte.

Parliamo di “Spaceboy”, il singolo d’esordio di questo tuo progetto solista: nel video c’è un bambino. In qualche modo rappresenta il tuo alter ego?

In Spaceboy ci sono i pensieri di quegli anni, così come li ricordo ora. È una messa a fuoco di sensazioni che da bambino non riesci ad elaborare completamente.

C’è una buona componente elettronica nei tuoi brani, come identifichi il genere di musica che fai?

I miei brani nascono tutti chitarra e voce, nello stile classico cantautorale italiano. In studio cerco di arricchire sempre il sound, di renderlo identitario, secondo quelle che sono le mie tante influenze musicali e dei produttori con cui collaboro.

“Frigo” invece è il tuo nuovo singolo uscito da qualche giorno, un brano che parla di Moretti messe nel congelatore e un senso di vuoto cosmico. Ti è mai capitato di sentirti come i due protagonisti della canzone?

Ogni brano di Ama il Lupo è una fotografia di situazioni che ho vissuto direttamente. L’Up & Down di una storia come quella dei due protagonisti è quasi una prassi delle relazioni.

Come vivi l’ansia di dover scrivere e dover far uscire brani continuamente per non finire nell’ombra?

Direi che è una delle cose che mi preoccupa meno. Perché ho davvero cassetti pieni di canzoni. È importante per me però puntare a un livello qualitativo sempre migliore, creativo, sia nella scrittura che nell’arrangiamento.

Entro fine anno uscirà un EP, cosa vuoi dire a chi inizia adesso ad ascoltare le tue canzoni?

L’EP sarà una raccolta di punti di vista. C’è tanto della mia maniera passionale di intendere le esperienze. Non sarà un EP chitarra e voce e non uso l’autotune.