Back Chat

|Interview| Pungenti e carichi di critiche: Palle Piene è il nuovo singolo dei Brucherò nei Pascoli

Come se fosse una scena di un film, immaginiamo di entrare in un bar poco chic e senza fronzoli: seduti a un tavolo troviamo due amici, immersi totalmente nelle chiacchiere con un bicchiere di vino in mano.

Sono Davide e Stefano, i Brucherò nei Pascoli, che creano musica e testi irriverenti, senza peli sulla lingua. Il bar non può che essere il Bar Adriana, nome utilizzato anche per il singolo d’esordio.

Dal 17 marzo possiamo invece ascoltare un nuovo brano, che anticipa tutti i loro progetti futuri, dal titolo Palle Piene. Si tratta di un testo ricco di critica, senza cliché, dai toni duri che abbracciano il pensiero di coloro che di questa strana quotidianità non ne possono più (ma non lo gridano con lo stesso coraggio); il lavoro nasce dalla collaborazione con il produttore Niccolò Polimeno.

Lo scorso anno sono stati la rivelazione della setlist del MiAmi, festival che si tiene a Milano, nella loro città tanto amata quanto criticata; quella performance ha espresso goliardia, grinta e voglia di rappresentare sé stessi e il proprio pensiero al cento per cento.

Il loro stile racchiude varie sonorità: punk, rap e pop – anche se preferiscono non essere indentificati sotto un genere preciso, ma vorrebbero esser visti solo come dei ragazzi che si divertono facendo musica.

Ciao Ragazzi! Dopo un anno intenso dove abbiamo avuto modo di conoscervi, tornate con qualche novità. Come state?

Ciao! Bene grazie, voi? C’è tanta carne al fuoco… e come sempre siamo affamati.

Bar Adriana, pubblicato nel giugno 2021, è il pezzo che vi ha esposto al pubblico mainstream. I vostri primi passi siano ben più datati, com’è nata la voglia di fare musica insieme?

Abbiamo iniziato a fare rap tanti anni fa un po’ per gioco e un po’ per vizio. Il vizio è diventato una dipendenza e ora ci hanno assunto. Due anni fa abbiamo incontrato Nic nel suo studio e abbiamo registrato Bar Adriana, e da lì non abbiamo più smesso di produrre insieme. Nic era l’elemento che mancava al progetto, infatti per noi è quasi un santo. Con lui abbiamo raggiunto la Trinità.

Dal 17 marzo è possibile ascoltare il nuovo singolo Palle Piene. Ci raccontate la storia di questo brano?

Palle Piene è un pezzo nel quale si respirano i due lati della nostra identità: da una parte uno sfogo passivo-aggressivo e compulsivo – «perché son vivo, perché sono vivo» – da un altro una parte più campestre, una «visione di anime contadine in volo per il mondo».

In generale pensiamo che si senta molto la nostra passione per la canzone italiana. Poi c’è questa coda strumentale molto violenta che è un po’ come uno schianto finale.

Anche se lo stile è assolutamente diverso, il testo mi ha fatto pensare a Mi sono rotto il cazzo de Lo Stato Sociale con la lista delle cose per cui, effettivamente, ne abbiamo un po’ tutti le palle piene. Ad oggi se doveste sceglierne una su tutte quale vincerebbe?

Ci sarebbero una serie di cose da elencare, in generale però ci riteniamo delle persone pacifiche. Forse i fasci e il prezzo della benzina.

Il vostro è un sound duro, capace di spaziare tra molti generi fino a non identificarne nessuno. Che tipo di background musicale avete alle spalle?

Veniamo dal rap ma ci piacciono tante altre cose come il punk, il jazz, una certa musica pop sanremese e il cantautorato italiano. Nic, per esempio, è più legato al rock degli anni ‘70. I panorami musicali che si creano per ogni brano sono il frutto della collaborazione con i tanti musicisti che gravitano intorno al progetto e ci permettono di spaziare in più mondi per adattare la scrittura al singolo brano. Uno degli elementi portanti sta proprio nell’essere slegati da un genere particolare. Ogni canzone ha la sua identità.

Sappiamo che Bar Adriana esiste veramente: una sorta di seconda casa a cui affidare le serate davanti a delle birrette. Quanto siete legati a Milano e al quartiere dove siete cresciuti?

Parecchio! Il Bar Adriana più che la nostra casa era il nostro ufficio e ci abbiamo scritto tutto il primo EP. Abitiamo in via Padova e viviamo il quartiere…

Ci viviamo tutti quanti, ci abbiamo studiato ci sono le nostre case, ci abbiamo lavorato (nelle bocciofile, nelle scuole, nello studio di registrazione, al Cinema Beltrade) e questo ci permette di avere un contatto diretto e umano con tutti gli abitanti della zona. Una cosa molto diversa e lontana da quella merda cool di Nolo.

Palle Piene ha come intro il rombo di una macchina che, dalla copertina del singolo e dal video, scopriamo essere una Fiat Panda rossa e un po’ scassata. C’è un motivo dietro la scelta di questa automobile che vi rende più popolari, alla portata della classe media (e lontanissimi dalla Milano bene)?

È la nostra macchina, figurati che ci abbiamo fatto i tour fino ad oggi. Fa talmente parte della famiglia che l’abbiamo voluta come featuring nel pezzo. Abbiamo montato un sm57 davanti al tubo di scappamento (rotto) e abbiamo pestato l’acceleratore della Panda. Buona la prima.

Palle Piene anticipa il vostro futuro disco. Cosa dobbiamo aspettarci dai Brucherò nei Pascoli?

Intanto di sopravvivere anche questa estate. Nic sta provando a buttar giù qualche chilo, Davide ha sistemato la schiena, Stefano sta provando a fumare di più (per cantare come Luis Armstrong, quello sulla luna), il problema dell’alcolismo resta. E il nuovo EP sarà il solito, estremo, atto di resistenza.

L’anno scorso chi era al MiAmi sa. A quanto pare il vostro live è stato una bomba, finito sulla bocca di tutti. Cosa ci raccontate di questa esperienza sul palco di un festival così seguito?

Eravamo già stati al MiAmi solo una volta, prima dell’anno scorso, come spettatori. Era andata più o meno così: siamo andati con un amico ma eravamo così lerci che ci siamo addormentati alle 16 sul prato e risvegliati alle 22.

Ci siamo persi il live di Edda per cui eravamo andati, allora siamo andati dai Popx, ma Davide si è rotto la gamba nel pogo. Poi uscendo c’era un furgone che bloccava l’ultimo pullman e l’abbiamo spostato di peso, ma nonostante questo non siamo riusciti a salire sulla navetta e ce la siamo dovuta fare a piedi fino a casa.

Rispetto alla prima volta, l’anno scorso è andata molto meglio!

Ci sarà un bis al MiAmi di quest’anno?

Sì, il 27 maggio. E saremo in di più sul palco. Speriamo che regga!

di Giada Consiglio

Futura 1993 è il primo network creativo gestito da una redazione indipendente. Cerca i nostri contenuti sui magazine partner e seguici su Instagram e Facebook!