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|Interview| Conosciamo Croce Atroce e il suo mondo

Venerdì 14 aprile 2023 è uscito per Freak & Chic e in distribuzione Artist First, il nuovo singolo del progetto Croce Atroce.

Un nuovo capitolo per Croce Atroce, dal titolo Dimmelo Dammelo, che, dopo i precedenti album Alda Merinos ed Anna Piaggio, ci ha accompagnati verso la pubblicazione del nuovo album dal titolo Queer Eleison, uscito il 2 giugno.

Ci è mai capitato di cantare un canto religioso? Se sì, abbiamo mai fatto caso al doppio senso che può assumere il suo significato? La parola Signore può intendere sia il Padre Eterno sia quel Sugar Daddy che tanto sogneremmo avere nella nostra agognata vita agiata.

Dimmelo Dammelo nasce come parodia di una canzone liturgica. Attraverso il linguaggio e le metafore che già esistono nel canzoniere cristiano cattolico, si costruisce una narrazione sexy e ammiccante in cui i fedeli possono riconoscersi in un momento di avvicinamento a Cristo, e i non fedeli invece danno una lettura più peccaminosa ed esplicita.

Noi abbiamo intervistato Simone aka Croce Atroce, che ci ha raccontato come sta andando questo momento così confuso, come ha trovato un’etichetta discografica e cosa dobbiamo aspettarci dal suo nuovo disco.

Com’è nata la tua collaborazione con Freak & Chic? E quale pensi possa essere il ruolo di un’etichetta discografica nel 2023, in questo momento così confuso?
Con F&C siamo amici da tempo, apprezziamo gli artisti che seguono e amiamo Romina Falconi, ci rappresenta proprio ed è stata più volte al Toilet per presentare i suoi singoli.

Da cosa nasce cosa, non appena l’album è stato concepito, è stato naturale per noi presentarlo alla loro squadra.

Cosa mi aspetto da un’etichetta? Supporto tecnico, distribuzione e comunicazione, sia nell’atto pratico che nei consigli, ovviamente.

C’è di bello che noi ci parliamo bene e onestamente, il dialogo è aperto e lucido: credo che un’artista abbia bisogno di qualcuno che le prenda i piedi e glieli pianti bene a terra, ahahah!

Come suona il tuo nuovo album in arrivo dal titolo “Queer Eleison” rispetto agli altri due già pubblicato? Ti senti mai intimorito dalle numerosissime uscite settimanali e dal fatto di non fare musica “playlistabile”?
Dal punto di vista musicale, credo che siano stati fatti dei passi avanti. Lungi da me auto immolarmi, sia chiaro, ma voglio essere obiettiva: sono molto soddisfatta.

I primi due sono stati un gioco, non proprio un esercizio di stile, ma un primo approccio verso questo linguaggio. Questo disco è sicuramente più consapevole.

No, non sono intimorita. Ho una vita, una famiglia, un lavoro, un palcoscenico. La musica la faccio perché mi piace e mi diverte, non per il successo. Vorrei che raggiungesse un pubblico più ampio, ma credo ci sia spazio per tutti no? Non vedo gli altri artisti come concorrenti, anzi, sono anche io una consumatrice di musica, quindi bene che continui a uscire roba!

Milano è ancora il place to be, anche dal punto di vista musicale?
Non so risponderti a questa domanda. Problema Siae-Meta a parte, col web ormai credo che qualsiasi posto possa essere the place to be. Con una buona comunicazione, la musica può essere fatta ovunque e fruita ovunque. Io ho la fortuna di avere uno spazio col quale diffonderla. Sto parlando del Toilet Club, di cui faccio parte, una realtà notturna milanese arcobaleno che, fortunatamente, è molto frequentata.

Dimmelo dammelo” parla in qualche modo anche di un tuo background cattolico? Ci racconti la tua storia personale in tal senso? E adesso che rapporto hai con la Chiesa e con il mondo circostanze?
Sono nata e cresciuta in provincia di Bergamo. Per quanto la mia famiglia stretta si nutra di arte e cultura, e non mi abbia imposto regole ferree sulle mie abitudini legate alla frequentazione di ambienti di matrice religiosa, è stato impossibile non vivere un’educazione di stampo cattolico. Andare in chiesa e all’oratorio era un’abitudine, non un celebrare una fede.

In quanto persona omosessuale, attivo nella community circa le questioni sociali, non posso ignorare certe posizioni e affermazioni del Vaticano circa la nostra realtà.

Se 1+1 fa 2, allora eccomi qua a parlarne, anche perché la religione è un qualcosa di cui si parla veramente poco all’interno del mondo rainbow.

Programmi per il futuro?
Scrivere ancora! Mi diverto, mi rilasso, riordino i pensieri e do vita a qualcosa di curioso. Poi sono aperta a tutto, ovviamente. Vorrei fare nuove esperienze legate alla musica: non so di cosa sto parlando ovviamente, ma mi piacerebbe trovare riscontri e valutare proposte di qualsiasi tipo, mettiamola così.