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|Interview| Giallo: le canzoni sono come il vino. Vi presento Minerva.

«Minerva è un ritorno alla vita, per me che penso di essere un orso. Di inverno vado in letargo. Con la testa. Mi rinchiudo dentro ai pensieri, stretto sotto le lenzuola che non vogliono mai farmi scappare. Minerva è stato il mio ritorno alla vita nella primavera del 2019. Penso di averla scritta tra febbraio e marzo. Ecco perché mi piacciono le primule, ecco perché mi piace il sole dopo il temporale, ecco che non esistono le mezze stagioni poiché non esistono i mezzi umori. Minerva è un casino. Un casino di cose che mi sono successe. Alcune fuori, molte dentro..»

 Minerva è il secondo singolo pubblicato da Giallo, cantautore classe 1998 originario di Brescia, ma che attualmente vive a Malta.

Minerva è nata sulla chitarra. Con un riff quasi ipnotico. È un testo che è venuto alla luce quasi vomitato.

Scritta nella primavera 2019, viene poi ripresa nel 2020 all’inizio della collaborazione con Federico Sapia e gli studi McHub. Il brano nasce intorno alla figura di Minerva, come simbolo della musica, della cultura e dell’arte.

Ne abbiamo parlato insieme a Giallo.

Parliamo un po’ di “Minerva”: come hai portato avanti la sua lavorazione e qual è l’idea alla base del pezzo?

Minerva nasce da un periodo di confusione ed è servita a mettere ordine alle mie idee. Inizialmente è nata sulla chitarra. Per me, c’era il bisogno di tirare fuori un po’ di parole che tenevo dentro da tempo.

Per questo Minerva è un fiume in piena, di immagini che si sovrappongono nella mia testa.

Tra queste immagini c’è l’Academy e la pista da ballo che quella sera era la mia stanza da letto. C’è la Tana ed il letto che cigola. C’è il sambuco che raccoglievo da bambino e poi ne bevevo il succo frizzante. Un anno e mezzo dopo, ho ripreso Minerva in mano insieme a Federico Sapia. Lui è riuscito a curarla con delicatezza.

Che cos’è più importante nella vita di un cantautore: l’ispirazione o la disciplina?

L’ispirazione. Penso che l’ispirazione governi la vita di un artista. Per la mia esperienza personale, dove c’è tanta disciplina fatico a trovare ispirazione.

Ho bisogno della rottura degli schemi, la scomposizione dei ritmi, la novità.

La ricerca della disciplina, quella sì che è fonte di ispirazione. Per questo mi piace cercare la disciplina, viverla, per poi stravolgerla completamente, e cercarla di nuovo.

Si dice spesso che oggigiorno si produce più musica di quanta se ne ascolti. Che cosa ne pensi?

Penso che ogni artista oggi cerchi di vedere i suoi brani ovunque ed il prima possibile. Io sono il primo ad avere questa voglia dentro. Però è importante saper scegliere i momenti.

Secondo me le canzoni sono un po’ come il vino, hanno bisogno del loro tempo prima di poterne capire la loro reale qualità.

Questo significa che devono avere l’aria e lo spazio per maturare. Non so quanti artisti e produttori pensino a questo.

Quali sono gli aspetti positivi e gli aspetti negativi del fare musica in Italia?

Sinceramente io non ho mai fatto musica in Italia. I brani del mio primo EP sono stati registrati da Londra e adesso vivo a Malta, dove continuo a scrivere. Voglio trasferirmi in Italia quest’estate, così da poter provare finalmente a “fare musica in Italia”.

Sicuramente mi darebbe molte più possibilità a livello di esibizioni live e collaborazioni. Considerando il disegno più grande, l’Italia ha il vantaggio di essere un paese molto legato dalle tradizioni e relativamente piccolo. Credo si possa arrivare alle persone in maniera forte.

Qual è l’aspetto caratteristico della tua musica della quale sei più orgoglioso?

La mia musica è molto biografica. Sono orgoglioso di questo, perché penso non mi stancherò mai di cantare una mia canzone, neanche tra trent’anni. Rimangono ricordi forti, legati ad ogni composizione o testo che sia. Questo mi rende felice, perché è una maniera di sfogliare un libro, tornando indietro nelle pagine.

Anticipazioni sul prossimo singolo?

Il prossimo singolo è un brano che ho dedicato al mio pianoforte digitale Casio CDP-S100.

È un brano in cui mi sono intrufolato con gli occhi dentro al mio mondo di musica, cercando di descriverlo.

È il più recente che ho scritto tra quelli proposti nell’EP, a gennaio 2020. Volevo che ci fosse un brano nel mio primo EP che rendesse chiaro a me stesso perché voglio fare l’artista. Il titolo non ve lo dico ancora, però presto lo scoprirete!