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|Interview| Irene Ghiotto ci racconta il suo nuovo album: Superfluo

Superfluo è il titolo del nuovo disco di inediti di Irene Ghiotto, uscito il 25 ottobre per Granita Records / distribuzione Artist First.

Si tratta del secondo album dell’artista vicentina, vincitrice di AreaSanremo nel dicembre 2012 e in gara alla 63ª edizione del Festival di Sanremo nel 2013 nella categoria ‘Nuove proposte’ con il brano Baciami?.

Questo disco è stato interamente scritto da Irene (testi e musiche), ed è stato prodotto con la collaborazione di Carlo Carcano.

10 tracce ridotte, esplosive, asimmetriche, barocche, trasversali. Dense.

È un inno alla sublimazione del paganesimo digitale dentro alle trame del sacro fuoco analogico. È un grido che scava le rofondità dell’essere musicista donna, oggi.

Noi di CSI l’abbiamo intervistata per voi, ed ecco cosa ci ha detto!

Ciao Irene, raccontaci un po’ come ti sei avvicinata al mondo della musica?

Come quasi tutti quelli della mia generazione, ascoltando musica e facendo schifo in sala prove (ride). Iniziavano ad esserci le tablature e tutti suonavano, o almeno ci provavano. Mi ricordo, nei primi anni 2000, di questo punk californiano che ascoltavamo e sembrava semplice riproporre ma in realtà non era proprio così. Poi in casa sia mio nonno che mia madre erano abbastanza vicini al mondo musicale, ma il mio avvicinarmi alla musica è stato più che altro dettato da una personale voglia di sperimentare lo strumento.

A un certo punto è arrivato Sanremo: quanto è stata dura arrivarci? Raccontaci come è successo.

Sono arrivata a Sanremo vincendo Area Sanremo, senza avere contatti con discografici. È stata un po’ una scommessa, questa vittoria è arrivata dopo una serie di concorsi che facevo a quei tempi. Mi ricordo che quando sono arrivata davanti alla commissione della Rai, ed eravamo rimaste solo in due, ero davvero molto incredula e non mi aspettavo nulla. Infatti devo dire che ho affrontato tutto con molta leggerezza. È stata una cosa molto inaspettata, ma molto bella.

Il 25 ottobre è uscito il tuo nuovo disco dal titolo “Superfluo” – parlaci della scelta di questo titolo.

La verità è che cercavo una parola unica, che fosse sintetica. Visto il titolo del disco precedente volevo avere qualcosa di più breve. Io sono molto istintiva, un giorno stavo leggendo e ho visto scritta questa parola “superfluo”, così ho iniziato a fantasticarci. Ho pensato al suo duplice significato “superfluo – super-fluo”, se sposti l’accento cambia senso e diventa super fluo, cioè più fluo del fluo, come il mio disco.

C’è un brano al quale sei più legata all’interno del disco?

Questa è una domanda difficile. Da un punto di vista della sperimentazione musicale sono molto legata ad Assurdità, che è un po’ il manifesto della giocosità con la quale mi sono approcciata alla creazione di questo disco. A metà tra il reggaeton e il punk con un testo cantautorale, diciamo che è stato il brano più faticoso e lo reputo un piccolo gioiello. L’altro pezzo al quale sono molto legata è Le cose, che non riesco a riascoltare perché mi ricorda una fase abbastanza particolare della mia vita. Ma proprio per le emozioni che mi lascia lo definisco un brano molto riuscito.

Come sono nati i testi di questo disco? Esperienze personali, o storie di altri?

A me viene naturale scrivere e parlare basandomi sulla mia esperienza personale, poi credo che l’esperienza personale si riempie anche di altre cose, percezioni che derivano anche dagli altri. Ci sono situazioni esterne che spesso si riferiscono a un dentro, diciamo così.

Se dovessi spiegarci di cosa parla il tuo disco utilizzando solo 3 aggettivi, cosa ci diresti?

Direi: Granitico, modellato e fluorescente!

E se invece dovessi descriverlo con una frase?

Io lo definirei come: “un Universo dentro, che esplode fuori!

Se dovessi farmi un nome, c’è qualcuno (sia in Italia che all’estero) a cui senti di ispirarti?

Ultimamente ascolto e mi sto “rifacendo” molto alle cantautrici internazionali di nicchia, come ad esempio St. Vincent, ma anche altri gruppi americani e inglesi. Per quanto riguarda il panorama musicale italiano mi sento un’estimatrice di Niccolò Fabi, senza dubbio un poeta.

Un’ultima domanda, parlaci dei tuoi prossimi appuntamenti live o dei tuoi progetti futuri.

Il 23 novembre nella mia città, al Vinile di Bassano del Grappa, ci sarà la data zero del tour. Dopo inizieremo a girare nel nord Italia, il calendario sarà reso pubblico a breve sulle mie pagine social. Spero di riuscire a toccare più città e regioni, nel 2020 inizieremo a scendere al Centro Italia e mi auguro di potermi esibire anche il Sud Italia.

 

di Carlotta Tomaselli