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|Interview| I Lavigna e quella voglia di accelerare per cambiare stagione

“Accelerare il tempo per cambiare stagione”.

Al cambio di stagione arriva il nuovo singolo dei Lavigna, band originaria di Firenze ma con reminiscenze di musiche d’Oltreoceano, tanto per il rock quanto per il blues.

Una band che sta muovendo i primi passi nella musica, ma che si prospetta già come un virgulto parecchio interessante del cantiere rock toscano. Conosciamoli meglio!

Di cosa parla il vostro nuovo singolo “Accelerare il tempo”?

Accelerare il tempo è un pezzo molto introspettivo, cerchiamo di analizzare quel momento in cui senza preavviso la tua mente si astrae da un luogo e una situazione ben precisa, viaggiando verso i grandi o piccoli dubbi che ti assillano.

Dentro ci sono paure vicine o anche più lontane nel tempo… per questo accade che il tempo sembra accelerare verso ciò che ancora non dovrebbe condizionare così prepotentemente il nostro presente.

Com’è nato questo brano? Avete voglia di raccontarci qualche aneddoto riguardante la sua genesi?

Il pezzo nasce proprio dall’immagine iniziale di apertura della strofa. Il fatto di allineare muri a oggetti e viceversa è un qualcosa di ricorrente che mi capita spessissimo. Una sorta di fuga da una conversazione, non necessariamente sgradevole, un modo per alimentare la mia necessità di distrarmi. Un evadere composto, quasi invisibile se non per un silenzioso occhio chiuso.

A livello di scrittura e composizione musicale, i Lavigna lavorano in squadra oppure il tutto è affidato ad una sola persona?

Il processo si sviluppa da un’idea buttata giù con chitarra o piano, carta e penna. Se tutti e tre ci ritroviamo una particolare sensazione o immagine, capiamo che è un buon materiale di partenza e iniziamo a lavorarla.

Ci piace contaminare l’idea vergine con gli ascolti che ci stanno influenzando in quel momento, e così portiamo un lavoro di massima ai nostri fedelissimi produttori Samu e Tommi che riescono a limare in maniera efficace e sempre inaspettata l’idea che ci eravamo fatti del pezzo.

È un processo sempre emozionante oltre ad apportare sempre più esperienza a ciò che poi andremo a sviluppare successivamente. È eccitante mettersi in gioco ogni volta per cercare di trasporre con parole e accordi delle sensazioni che ci hanno accomunato nel momento iniziale e seguirle nel cambiamento per poi riscoprirle nel prodotto finito.

Se doveste racchiudere la vostra musica in un solo genere quale scegliereste?

Diciamo che non ci fa impazzire l’idea di avere necessariamente un genere di riferimento… anche perché tutto poi viene abbracciato dalla grande matrice pop.

Qualcuno ci ha detto che siamo New Vintage Pop, non sappiamo bene cosa volesse dire ma ci piace.

Penso ai vecchi elementi di arredo di design restaurati e riproposti in maniera immortale. Sicuramente molto più moderni del design moderno.

 Invece se i Lavigna avessero la possibilità di fare un feat. con l’artista dei vostri sogni, chi sarebbe e perché?

Ti dirò, oggigiorno il panorama musicale è talmente vasto che trovo impossibile limitarmi a scegliere soltanto un personaggio. Se ne avessi seriamente la possibilità però penso che sceglierei Snoop Dogg, o magari Freddie Mercury, perché quelli, signori, sì che sanno fare un festino.

Musicalmente impazzisco per le scelte di Will.i.am, ma anche stringere la mano a Pharrell Williams non sarebbe male, capace poi di ripiego ci possa scappare un lavoro da modello e mi trovo davanti la Ratajkowski.

Italiani? Penso che musicare un testo di Pasolini potrebbe essere decisamente stimolante e in questo momento storico di assenza di contenuti anche un toccasana. Oppure Vivaldi perché sotto sotto è un metallaro.

 Avremo modo di sentirvi dal vivo nei prossimi mesi? Cosa dobbiamo aspettarci da Lavigna?

Sì, siamo impazienti di far uscire la nostra musica al di fuori delle piattaforme digitali.

Crediamo nella musica suonata e ci piace creare empatia con chi ascolta.

Speriamo di riuscire ad organizzare qualche data in un prossimo futuro, anche perché abbiamo diversi pezzi che vorremmo sottoporre a chi ci ascolta e non vediamo l’ora di tirarli fuori.