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|Interview| Nico LaOnda, dall’Italia a Brooklyn e ritorno

Andrea Mancin (ex Giardini di Mirò) ha intervistato Nicola Donà, in arte Nico LaOnda, artista italiano con base a Brooklyn e un album d’esordio fresco di pubblicazione per La Valigetta.

Ciao Nicola, prima domanda: come si sta a Brooklyn? Quali sono le differenze tra fare musica in Italia e in USA?

Ne parliamo spesso, no? A Brooklyn si sta da dio ma l’inverno è lungo e quando arriva l’estate sticazzi dell’oceano. Voglia di Mediterraneo. Non Delta del Po… Me-di-ter-ra-neo. Oggi è luglio e mi sto mettendo il giubbotto.

Scrivo da solo da sempre e poi provo con la band. A NY o in Italia cambia poco. Potrei fare un’esamina completa della scena ma, soprattutto, perché?

Ti conosco da quando avevo 10 anni e ricordo ancora di quando ti prestavo i dischi di mio fratello. Poi abbiamo iniziato a suonare insieme nei Juxtabrunch e lo abbiamo fatto per 5 anni. Cosa ti manca di quel periodo?

La tua memoria storica con date e aneddoti è famosa. Potresti dirmi di tutto e non potrei controbattere. Andrea Mancin biografo di fama mondiale.

Non ricordo nulla prima del 1 Aprile di quest’anno. Data importante in America in quanto… boh me lo sono dimenticato… ahhh…SPRING BREAK!

Quindi direi di quel periodo mi mancano i ricordi.

Le nostre strade si sono, ad un certo punto, separate. Tu con i Calorifer is Very Hot, io con i My Awesome Mixtape: abitavi in Italia e cantavi in inglese sognando l’America, ora vivi in America e canti in italiano. What’s wrong with you?

Devono avermi montato al contrario. Purtroppo quando arriva l’ispirazione è una cosa ma una cosa ma una cosa ma una cosa incontrollabile.

Se sognavo l’America direi che ci sono quasi in quanto NYC non è proprio America e va bene così. Forse sognavo la pre-America.

Come ben sai sto anche lavorando a dischi in inglese. LaOnda è palesemente una scusa per farmi le vacanze in Italia e portare i miei amici newyorkesi a far festa nel Belpaese.

Ad un certo punto sei stato uno dei proprietari di Zuni. Cosa ti resta di quella esperienza? Per la cronaca, il mio momento preferito fu il concerto di Ariel Pink, con lui che cantava dal bagno.

Beh Zuni mi ha insegnato tanto ma l’ho vissuta a cuor leggero. Come un ragazzo di 23 anni (che non capisce un cazzo) dovrebbe fare.

Poi passi i 30 pieno di se e di ma. Ma se qualcuno si ricorda di quello Zuni di sicuro sorriderà immaginando tutti i conti che non ha pagato e le feste semi-private a locale chiuso. Ariel Pink compreso.

Come hai registrato questo disco? Pensi che questa sia ancora una domanda interessante per un musicista?

Registrare da soli è importante per un musicista. Mentre si registra nascono idee e ci sono momenti speciali che si possono portare in studio.

Ora non sto a spiegare come l’ho registrato perché un disco è bello se è un po’ misteriosello. La domanda è interessante.

La risposta quasi sempre non lo è. Mi piace guardare i video Deconstructed su YouTube per capire come dei ragazzi come noi hanno prodotto hit mondiali. Non per invidia. Mi rilassa. Come la partenza della Formula 1…zZzZzZ.

Qual è stato il giorno più bello della tua vita?

Potrei paraculamente rispondere il 26 Febbraio 2016, il giorno della nascita di Fela, mia figlia.

Invece se lei mai leggerà questa intervista (quando io vivrò in Africa cantando in giapponese), vorrei che la prendesse come una caccia al tesoro ed una rottura di cazzi.

Fefe il giorno più bello della mia vita te lo dico nelle canzoni. Ascoltale, così non dimentichi l’italiano!

Dimmi il nome di tre artisti che pensi abbiano profondamente influenzato il tuo modo di comporre.

Questa domanda me l’hai fatta apposta da bastardo così per incastrarmi. Sai che ascolto un botto di roba diversa e che prendo ispirazione da melodie, ritmi e suoni che possono arrivare da qualsiasi parte.

Per pazzoidi come me consiglio l’app Radiooooo soprattutto per chi non sempre può permettersi vinili e viaggia spesso.

Potrei limitarmi a 3 nomi ma non sarebbe vero. E le bugie non le so dire.

Sparo un po’ di nomi così come mi vengono, per sentirmi meglio:

Syd Barrett,John Lennon, Prince, Chet Baker, Giorgio Moroder, Sade, Emahoy Tsegué-Maryam Guèbrou, Mamman Sani, Curtis Mayfield, Orchestre Poly-Rythmo de Cotonou,

Ma anche Umiliani, Piccioni, Morricone, Alessandroni, Bixio, Frizzi, Tempera, Travajoli, Nina Simone…

E poi Saada Bonaire, Hendrix, Tenco, Love, Chalino Sanchez, George Harrison, Phil Spector, Nino Ferrer, Tim Maia, Os Mutantes, Lou Reed, Leonard Cohen, Sanford Clark, Elvis, Benny Joy, Lucio Battisti, Formula 3. I Ragazzi Dai Capelli Verdi, Fela Kuti… The Kinks, Pink Floyd, Mina, Spacemen 3, Sanford Clark, William Onyeabor,  Ariel Pink, Frank Ocean, Connan Mockassin in Jassbusters.

Più un sacco di artisti hip-hop soprattutto per i beat, la scena doo-wop e motown/girl groups per arrangiamenti voci, funk e soul per bassi, italo e 80s per synth, garage e freakbeat per chitarre e organi. E via dicendo. Quanto abbiamo???

Se mi avessero chiesto chi tra tutti noi dei Juxtabrunch avesse continuato a suonare nel 2019, forse non saresti stata la mia prima scelta. Come fai ad avere ancora tutta questa passione?

No, la domanda te la faccio io! Come mi vedevi, scusa?! Vivo, morto o x?!

NdR: dopo Casco Ribelle,  il 19 luglio uscirà il secondo singolo Fratello Gemma via La Valigetta.

di Andrea Mancin