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|Interview| Ottavia Brown e il suo disco tutto al femminile

Abbiamo incontrato la cantautrice bresciana Ottavia Bruno, in arte Ottavia Brown, reduce dalla pubblicazione del suo nuovo album, Signora Nessuno.

Ottavia Brown ha prodotto una raccolta tra di cantautorato swing e white soul che riporta a galla le storie di donne che spesso la storia ha lasciato indietro, da Mary Shelley alle Radium Girls.

 
Ecco cosa ci ha raccontato Ottavia!
 

Sembri aver unito due amori che viaggiavano su binari diversi, quello per il disegno e quello per la musica. Hai voglia di spiegarci com’è andata? Ti vengono in mente altri esempi in cui disegno e musica convivono? Hai mai avuto la sensazione di esser costretta a scegliere?

Sì è vero, erano due amori che viaggiavano su binari diversi fino a quando non iniziai a scrivere testi miei; in quel momento, scrivendo storie personali sentii automatico utilizzare i miei disegni come strumento di mediazione tra le parole e le suggestioni, a livello poetico, che il colore e le forme possono portare.

Spesso mi capita di finire un brano o integrarlo dopo che ho ultimato il disegno o lo sto completando perché i miei disegni sono gli sketches che abbozzano la canzone.

Un esempio che mi viene in mente perché lo seguo da sempre con stima è Davide Toffolo, che ha sempre coniugato disegni e parole. Se ho qualche volta dovuto scegliere? Mai. Non ho voluto scegliere e questa non scelta mi ha regalato sempre sfide continue e soddisfazioni.

In che modo Signora Nessuno Infondo sono collegati? E cos’è successo nel frattempo?

Infondo e Signora Nessuno sono collegati perché, a parte il progetto del concept album illustrato che ho portato avanti, entrambi hanno la funzione di indagare il lato ombroso del pensiero umano, andare a scandagliare e comprendere le paure. Infondo è una fiaba noir, invece Signora Nessuno è una gothic novel basata su storie di personaggi.

Ognuno dei due album persegue il lato poetico della realtà che ci circonda.

Tra Infondo e Signora Nessuno ho sperimentato una mia grande passione ovvero lo swing anni ’30 attraverso, grazie ad un progetto prodotto dal Teatro Grande di Brescia, la rivisitazione in chiave gipsy/swing delle arie di Mimì della Bohème di Puccini.

Signora Nessuno potrebbe essere un manifesto femminista?

Sì, potrebbe esserlo; oggi più che mai, la condizione femminile va tutelata, vedo ancora tanti limiti nel pensiero generale: c’è ancora l’idea che l’aspetto esteriore (fisico, anagrafico, etnico) arriva sempre prima del pensiero, della creatività e delle competenze.

Signora Nessuno è un messaggio di libertà di espressione e di emancipazione, ogni donna delle mie canzoni aggiunge la sua storia personale a questo messaggio.

Una donna vittima di violenza di genere, una ragazzina adolescente in preda alla crisi giovanile esistenziale, la storia delle operaie chiamate “Radium Girls”, le quali furono avvelenate dal radio durante i turni di lavoro in fabbrica e che vinsero dopo anni e per la prima volta nella storia, una causa nei confronti dei loro datori di lavoro.

Ma anche la storia di una statua che aspetta di essere completata da uno scultore del quale si innamora, una donna che chiamano strega la quale celebra la bellezza della libertà e dell’emancipazione femminile, una schiava che progetta e attua un fuga d libertà e amore… 

E ancora, Moby Dick la balena che racconta dell’ossessione che il capitano Achab aveva per lei e Frankenstein che dedica una canzone d’amore alla sua creatrice Mary Shelley.

Il tuo sembra essere un genere retrò, come se fossi una viaggiatrice nel tempo.
Hai voglia di aiutarci a definirlo?

Lo definirei comunque cantautorale. Anche se contaminato da molti stili retrò (blues, rock, swing e folk), si basa assolutamente sul testo e sulle parole della storia. Sì, potrei considerarmi una viaggiatrice nel tempo, perché amo visitare le storie e gli stili del passato; il passato è uno spazio vastissimo rispetto al presente, uno spazio dove si possono trovare milioni di spunti, storie e paesaggi che ci aiutano a leggere con più attenzione il presente.

Ci fai una playlist di cinque brani che per mood o genere si avvicinano a te?

Volentieri!

    • Where the Wild Roses Grow Nick Cave
    • Verde Milonga Paolo Conte
    • Love me like a man Bonnie Raitt
    • L’importante è finire Mina
    • Senza un perché Nada

di Smoking Area