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|Interview| I Safari, ovvero la tristezza che dà dipendenza

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i Safari, band rock genovese che della musica ne ha fatto una malattia e della tristezza, di cui è stracolmo il loro ultimo singolo dal titolo Spettri, una dipendenza, tant’è che vi sfidiamo ad ascoltare il brano senza metterlo in loop.

Abbiamo parlato con i Safari di rifiuti, riciclaggio, festival fantascientifici e influenze.

Ci ha molto colpito il punto del video in cui l’orso trova un orsacchiotto nella spazzatura, che cosa significa? L’unico modo per essere felici è trovare cose nella spazzatura?

Il riciclo creativo rende felici! Viviamo in un mondo dove tutto va a 200 km/h dove tutto è già vecchio ancora prima di nascere, ci piacerebbe rallentare, prendere le cose come i rapporti e dargli il giusto valore, anche con la musica, non ascoltiamo più figurati sentire le cose, siamo bombardati da input in ogni direzione.

Non divagando troppo ti posso dire che i rapporti, come le cose, un tempo si aggiustavano: le riparazioni davano un valore aggiunto, ora è tutto un vaffanculo, lo butto via, ne compro un altro o vaffanculo non è la persona adatta.

Quindi, spiegateci Spettri con una vostra esperienza personale!

Davide, il nostro cantante, è anche l’autore dei testi. Sicuramente si è ispirato ad esperienze accadute in passato. Ma del resto, chi non ha avuto esperienze amorose tormentate?

Se invece parliamo di Spettri in quanto canzone, la cosa più divertente è stata girare il video, soprattutto per l’interazione che c’è stata fra l’orso e le persone che lo vedevano per strada. Noi appariamo come comparse e… no nessuno di noi 3 era l’orso! Vi possiamo dire chi era: un eclettico artista della scena musicale genovese, Al Vox. Seguitelo perché il suo è un progetto valido ed originale.

Esistono band che per mood o genere si avvicinano a voi? Chi sono?

La scena musicale a Genova è molto viva e ricca di band e artisti che stimiamo ed apprezziamo. Ciascuna band ha un carattere ed un suono ben distinto, per cui difficilmente troviamo punti in comune con qualcuna delle altre band della scena locale, e questo è un fattore per noi molto positivo, perché in un certo modo significa che riusciamo a mantenere la nostra identità e differenziarci.

Spettri rappresenta esattamente il tipo di musica che vogliamo portare avanti, per noi rappresenta un’evoluzione per noi sia dal punto di vista stilistico che musicale rispetto al nostro precedente EP, La Gente Non Sta Bene, e questa evoluzione sarà ben marcata anche nelle altre canzoni che faranno parte del futuro album, la cui uscita è prevista il prossimo anno.

Vi danno la direzione artistica di un festival, chi chiamate?

Il Teatro degli Orrori, Verdena, Litfiba, Ministri, Salmo, Edda, Management.

Vi influenzate mai tra di voi? In che modo? Chi è il nerd del gruppo?

La nostra musica è esattamente l’influenza dell’uno sull’altro. Senza lo scambio di idee e spesso gli scontri che abbiamo, i Safari non sarebbero quello che sono.

Direi che mettere sempre in discussione le idee personali con quelle degli altri sia la vera forza per tirare fuori qualcosa di veramente valido. E sì, siamo tutti parecchio nerd, soprattutto quando incominciamo a parlare di musica e strumentazione…

Spettri è una canzone triste?

Sì, ma è così bella che fa venire subito voglia di riascoltarla. Almeno questo è l’effetto che fa a noi, sarà il tempo a confermare se questa sensazione la proveranno anche le persone che ascolteranno per la prima volta la canzone.

Chi sono i Safari quando non suonano?

Tre ragazzi che non vedono l’ora di salire nuovamente sul palco.

di Smoking Area