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|Interview| Il primo disco di Sergio Andrei si intitola “Pulp”

Venerdì 28 gennaio 2022 è uscito Pulp (distribuzione Believe): l’album di debutto di Sergio Andrei.

 Sergio Andrei è un cantautore di Roma classe 1997 e nel suo primo disco vuole raccontare un mondo agli eccessi, ma senza prendersi troppo sul serio.

Amori platonici, risse, osterie, bicchieri, depressione:  Pulp svela un mondo tormentato e oscuro, una locanda alcolica in una Roma hollywoodiana sporca e malinconica.

Le tematiche sembrano particolarmente pesanti ma assumono, nel contesto, una vena ironica e scanzonata. 

Pulp include i “pulp magazine”, i romanzi hard boiled, il cinema di genere, la letteratura e il mondo di vignette e copertine. All’interno di questo viaggio, si potranno conoscere i diversi personaggi che passano nei ricordi del protagonista e quindi nella locanda stessa. A volte sono persone, altre, emozioni o oggetti. Ricordi e dubbi. 

Noi abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Sergio Andrei per  conoscerlo meglio!

Qual è il fascino dei bar di Roma che ti ha conquistato e influenzato a tal punto da ambientarci “Pulp”, il tuo nuovo album?

Ho fatto molti lavori e mi sono anche trovato dietro a un bancone. È un lavoro di fatica e tentazione… ma pieno di spunti.

Una sera stavo per chiudere il pub e venne un cocainomane ubriaco e incazzato con la ragazza. Ci iniziai a parlare e il giorno dopo scrissi Monologo al bancone… da lì ho legato tutta l’idea di Pulp.

E in che modo i romanzi “hard boiled” hanno a che fare con “Pulp”?

 I romanzi hard boiled mi affascinano molto. In un brano del mio mixtape Atelier, chiamato The singing butler, citavo tutto quel mondo dai romanzi ai quadri.  In Pulp non c’è una dose di inquietudine così elevata ma spunti sporchi di vita quotidiana.

Quanto c’è di autobiografico qui dentro?

Parecchio, sicuramente. Quasi tutto… il resto è utile alla causa.

Stai già lavorando a cose nuove? Come sta andando? E cosa puoi raccontarci a riguardo?

Sto lavorando a idee e sono improntato a levare un po’ di “cervello” da ciò che scrivo. Sto vivendo la musica con più divertimento e giocando più con i suoni.

Qualche consiglio cinematografico prima di lasciarci?

Cette musique ne joue pour personne… bello assurdo!