Live Report

|Live Report| Maria Antonietta al TPO, Bologna

Maria Antonietta

Il concerto di sabato 20 aprile al TPO di Bologna sancisce il ritorno di Letizia Cesarini, in arte Maria Antonietta, sulle scene.

L’ultimo album di Maria AntoniettaDeluderti” arriva, attesissimo,  a quattro anni dall’uscita di “Sassi” e, al contrario del suo nome, non delude le aspettative.

Prodotto da Giovanni Imparato (Colombre), con la collaborazione di Tommaso Colliva e Fabio Grande (che lo ha anche mixato), “Deluderti” si rivela, fin dal primo ascolto, un lavoro maturo, frutto di un lungo processo introspettivo e capace di esprimere verità che spesso tacciamo ed emozioni che dissimuliamo.

Io stessa, mai stata grande fan di Maria Antonietta, mi innamoro del suo disco in 27 minuti  e 30 secondi, il tempo esatto della sua durata. Per questo motivo decido di recarmi al TPO per la prima data del tour, curiosa di sentire dal vivo la cantautrice.

Il palco, come era già stato spoilerato dalle Storie di Instagram, è un tripudio di fiori, un po’ kitsch per i miei gusti ma sicuramente di forte impatto visivo.

Maria Antonietta sale sul palco alle 23.20, a quasi 40 minuti dalla fine dell’esibizione di Her Skin,  già presente a La Grande Festa di Panico la settimana precedente.

Diciamo che la rossa di Pesaro ci fa sudare la sua comparsa sulla scena, sia per l’attesa un po’ troppo lunga, sia per l’afa che inizia a crearsi. L’accoglienza si rivela comunque estremamente calorosa, soprattutto da parte dei numerosi giovanissimi presenti nel locale. Ad aprire questa prima data del tour, una poesia di Emily Dickinson che,  a detta della stessa artista, ha rappresentato una grande fonte di ispirazione per la realizzazione del nuovo album.

Io canto per riempire l’attesa:
Annodarmi la cuffia,
Richiudere la porta di casa
E non altro ho da fare,
Finché risuoni vicino il suo passo,
E insieme camminiamo verso il giorno,
L’uno all’altro narrando di come cantammo
Per scacciare la tenebra.

Dopo qualche secondo di raccoglimento e di applausi, ingrana subito la quarta con Deluderti, il singolo che, a gennaio, aveva anticipato l’uscita del disco. Continua con una carrellata di brani,  tutti tratti dal suo ultimo lavoro: Abitudini, Cara Ombra, Vergine.

Maria Antonietta

Il pubblico canta a squarciagola, ondeggiando a tempo di musica e io cerco di conciliare la voglia di lasciarmi trasportare dall’entusiasmo collettivo ai tentativi di scattare qualche foto decente con un telefono d’anteguerra.

Alle prime note di Pesci, abbandono il rudere e mi concedo una cantatina anche io, gongolandomi nel mio conoscere il testo interamente a memoria. Con Giardino Comunale, però, inizia a eseguire pezzi tratti dal precedente album “Sassi” (tra i quali: Diavolo, Ossa e Tre me e tutte le cose) e io torno ad essere una persona umile che non conosce le parole.

Indietreggio di qualche metro per avere uno sguardo più ampio sullo spettacolo e scopro che, in realtà, il TPO non è pieno quanto pensassi. Colombre, dalla postazione fonico, osserva colmo di amore ed entusiasmo un palco che risulta, in effetti, altamente scenografico: i giochi di luce sono vivaci e armoniosi (il lighting design è Bobo Amedei) e, anche i fiori, nonostante la diffidenza iniziale, regalano un tocco interessante alla scena.

Mi accorgo, però, nella mia quasi totale ignoranza dei testi, di far fatica a comprendere ciò che Maria Antonietta dice e non capisco se sia solo una questione di suono oppure di esecuzione vera e propria. Molto banalmente, sembra che strascichi un po’ le parole, cosa che, in realtà, rientra alla perfezione nel suo personaggio o nel suo essere, a seconda che si tratti di un atteggiamento costruito o meno. Un po’ riot grrrl, un po’ folk, un po’ cantautorato italiano dalle sfumature pop, Letizia si muove sicura sul palco, con una sensualità decadente e gesti di grande forza espressiva; quando si rivolge alla platea per i numerosi ringraziamenti, invece, assume un’aria più dimessa e parla con voce fievole. Artificiosa o no, il pubblico la ama e io, non conoscendola, posso solo prenderne atto.

Lo spettacolo continua senza mai perdere energia, con un incalzante susseguirsi di brani tratti anche dal primo album ufficiale Maria Antonietta (tra questi: Questa è la mia festa e Maria Antonietta); una scaletta inesauribile perché, come ammette ironizzando la stessa cantautrice, “scrivo pezzi troppo brevi“.

A mezzanotte e 20 minuti, dopo un’ora dall’inizio del live, scende dal palco per poi risalire, acclamata a gran voce; presenta i membri della band e ringrazia Fabio Grande e Bobo Amedei per l’incredibile lavoro svolto. Regala al suo pubblico altre quattro canzoni ( Maria Maddalena, Saliva, Alla felicità e ai locali punk e Quanto eri bello) e riceve proposte di matrimonio da giovani speranzosi, declinando l’offerta con gentilezza perché “già promessa” (il fortunato è Giovanni Imparato).

Alle 00.40 si spengono i riflettori su Maria Antonietta e su una folla che proprio non vuole rassegnarsi alla fine di questa prima data del tour.

Ma questa è la sua festa e tutto quello che ci resta è di far ritorno a casa.

Prossime date del tour:

Sabato 28 Aprile 2018
Torino
Hiroshima Mon Amour

Venerdì 4 maggio 2018
Roncade (TV)
New Age Club

Venerdì 11 Maggio 2018
Roma
Monk

Sabato 12 Maggio 2018
Pesaro
Teatro Sperimentale