Live Report

Phoenix |Live Report| Fabrique (MI) 20/03/18

Phoenix

Quello dei Phoenix a Milano è stato uno di quei bei ritrovi di musicofili accaniti, gente che avevi incontrato a quello o quell’altro concerto e che adesso saluti in coda a congelare anche se è metà marzo, sempre maledetta Milano.

Il paninaro parcheggiato di fronte manda a palla tutta la discografia dei Phoenix, un giusto ripasso un po’ anticonformista che forse non avevo avuto il tempo di fare. E poi si entra, ci si avvinghia alla transenna e non la si lascia più, finché il Fabrique si riempie di un sold out un po’ sudato, ma ora certo. Ci si scalda, una birra e veloce giro sui social a bruciarsi la sorpresa di come sarà il palco, e quali brani suoneranno.

Giorgio Poi, appositamente scelto dai Phoenix in questo tour tutto italo-filo, sale sul palco. Mai tollerato, sempre al limite dell’orecchiabile con quel suo tono di voce così strano. E invece adesso, meraviglioso. Accompagnato da musicisti capaci e potenti, ci voleva un palco importante e di costringermi alla concentrazione della transenna, per poter apprezzare un artista del genere: non banalmente indie (genere che anzi lo riempi di pregiudizi facili e banali in cui anche io ero caduta), quanto piuttosto una rockstar acerba e passionale che ci regalerà molte sorprese. Non è un caso che Giorgio Poi riceva una scrosciata di applausi da un pubblico che potenzialmente non è il suo.

Segue un’ora e mezza di colori, bagni di folla e sentimenti. Un live umile e divertente, di una band che non ha mai smesso di giocare e di apprezzare le camicie a fiori, di buttarsi in mezzo al pubblico a improvvisare una timida Emozioni di Lucio Battisti. Thomas prende il microfono, si equilibria agile e veloce sulla transenna da cui ci affrettiamo a togliere cappotti e zaini, lo perdiamo, e lo ritroviamo a ballare sul mixer in mezzo alla sala. L’ultimo album, quel sorprendentemente ironico Ti Amo, è il protagonista assoluto della serata, e raccoglie consensi urlati di chi poi si ritrovata tristemente ad aspettare il 27 sotto un’acqua torrenziale. Un bel live, che chi si è perso farebbe bene a recuperare in altre città o chissà, in qualche data estiva. Ti amo, di più, così segnala la scaletta, chiude uno dei concerti dell’anno.

Morgana Grancia