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|Report + Interview| Il Pericolo Giallo di Giorgio Canali & Rossofuoco passa dal Monk

Giorgio Canali

Il tour di presentazione dell’ultimo disco di Giorgio Canali & Rossofuoco, Pericolo Giallo è passato dal Monk dove ormai il cantautore romagnolo è di casa

Siamo arrivati un po’ prima alla location romana e ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere con Giorgio Canali. Nel giardino del Monk la pioggia battente di quella sera non era ancora arrivata e, una sigaretta dopo l’altra, abbiamo parlato del disco, dei concerti e più in generale dello stato di salute del nostro paese.

Giorgio Canali è un tipo che non si arrende e – nonostante si definisca un “vecchio di merda” – l’abbiamo trovato in formissima. Come un pugile professionale: sempre con la guardia alta e in piedi fino all’ultimo round.

Ha fatto un live tiratissimo e rumoroso gridando la rabbia per la stupidità umana. 24 canzoni per 24 racconti spietati a che confermano Canali come uno dei migliori cantautori rock contemporanei, sia in studio sia sul palco.

Diciamo che è abbastanza chiaro che Pericolo Giallo è una specie di secondo capitolo di “Venti”. Dal punto di vista sociale e politico perché ha ritenuto opportuno insistere su certi temi?

Si, esattamente il continuo di Venti. E continuo ad insistere…

Ok però sono passati tre anni dal precedente disco può essere che la situazione sia la stessa?

Per forza, non si è risolto un cazzo. È tutto uguale: la stupidità regna, il farsi prendere per il culo dai media è all’ordine del giorno e la gente ci casca ancora… Non è che io sia più figo degli altri, ma il problema è che molti ci cascano.

Ho un ricordo: quando avevo vent’anni la versione ufficiale non era mai quella giusta e bisognava pensare “cosa c’è dietro?”. Adesso se tu pensi “non mi fido tanto…” ti danno del complottista. Anche i cervelli un attimo svegli hanno smesso di farsi domande.

In Un Filo di Fumo vedi la speranza nelle nuove generazioni.

 Si è una lettera aperta tra i 17 e i 25 anni, in età “intelligenza scolastica” è li che vedo ancora speranza.

Quindi hai perso la speranza nelle nostre generazioni? Io ho quarant’anni, tu più di sessanta…

Sono un vecchio di merda ormai, ma posso dirti una cosa: ho sempre frequentato e frequento ancora gente tra i 20 e 30 anni e tuttora, a Perugia, frequento persone di questa generazione. Non mi riconosco nella gente che invecchia male.

Ti sblocco un ricordo: l’ultima volta che ci siamo visti era nel 2017 per registrare, insieme a La Rappresentante di Lista , la canzone “Centro Malessere” per Khabum la Serie. Veronica e Dario erano giovani e ancora poco conosciuti. Se non ricordo male sei tu che hai chiesto di fare coppia con loro in quel progetto.

 Sì, ricordo, e torna con quello che ti dicevo prima: loro erano giovani ed io ero sicuro di riuscire a trovare un feeling. Sono matti come me e avevano grandi idee. infatti…

Ok, chiaro torniamo al disco: perché hai deciso di chiamare il disco Pericolo Giallo?

Tutto parte da Martina Moretti è l’artista che hai fatto le ultime copertine: Undici canzoni di merda con la pioggia dentro l’abbiamo fatto con la copertina rossa, poi per Venti abbiamo scelto il viola e per il successivo eravamo già d’accordo per il giallo e da lì pericolo giallo.

“Pericolo giallo” fa riferimento ad una credenza legata del XIX secolo. C’era il terrore giallo per i popoli dell’Asia orientale in quanto costituivano una minaccia per il mondo occidentale. Quello è stato il primo esperimento di usare il terrore per influenzare la gente.

Spetta fammi capire: tutto è nato dal colore della copertina? Anche la canzone?

Diciamo che il titolo del disco era già deciso e da qui poi è nata la canzone.

Accidenti e io che pensavo che invece avessi fatto una scelta più classica: il titolo del disco preso dall’omonima canzone… che tra l’altro per me è una delle migliori di questo disco. Ha un tiro pazzesco.

No no, poi ho scelto di fare anche la canzone che in effetti rappresenta bene il senso del disco.

Parliamo del tour. In pratica tu non vedi l’ora di fare un disco in primis per portarlo in giro. Già avete fatto qualche data al nord. Come è andata finora?

Siamo all’inizio e suoniamo sempre meglio. Sai, con il fatto che non è proviamo tanto ci piace vedere, data dopo data, come va. Improvvisiamo e alla fine esce qualcosa di nuovo ogni sera.

Io quando vado a vedere un concerto di un gruppo e lo rivedo 15 giorni dopo che è uguale, anche con le stesse battute nel mezzo, non mi interessa più vedere quel gruppo. A me piace fare uno show diverso ogni volta, senza pensarci troppo.

Se non sbaglio per ora prevedere 12 date, andrete anche a Bruxelles…

Tra l’altro alle date che vedi✱ se ne aggiungeranno altre. Quelle fissate finora sono quelle necessarie per partire, ma poi se ne aggiungeranno spero un bel po’. A noi piace stare sempre in movimento.

Il nostro pubblico ce l’abbiamo, non è grande, ma permette comunque ai promoter di mettere un po’ di gente dentro il locale, inoltre noi non costiamo molto per scelta politica: non siamo come quelli che appena hanno qualche visualizzazione in più che triplicano il cache e questo permette anche di avere i biglietti a prezzi onesti.

A proposito di concerti, ma stai seguendo qualcosa?

 Guarda in realtà pochissimo. ad ottobre c’era David Eugene Edwards, che per me è il top, a Bologna. Dovevo farmi solo due ore di macchina per arrivarci e invece la pigrizia ha prevalso. Già questo è indicativo, mi fa capire che non vedrò molti concerti.

…e di musica nuova stai ascoltando qualcosa?

 no, ascolto la mia musica in questo periodo. il mio disco non mi sono ancora stancato di ascoltarlo.

✱dopo il concerto di Roma, Canali e Rossofuoco sono stati a Pesaro e a Bergamo. Il 2 dicembre a Bruxelles, il 16 a Bologna (Locomotiv) e a gennaio 2024 a Colle Val D’Elsa a Bottega 26, il 16 febbraio al The Cage di Livorno e il primo marzo all’Arci Bellezza di Milano.

di Damiano Sabuzi Giuliani

foto di Giulio Paravani