Live Report

|Live Report| I Nu Genea al NOVA Bologna per uno spettacolo imperdibile

In una serata contraddistinta dalla particolare calura estiva bolognese, la rassegna NOVA al Dumbo di Bologna è pronta a farci ballare e cantare nuovamente a squarciagola.

In apertura del concerto dei Nu Genea troviamo Seun Kuti ( il figlio di Fela) & Egypt 80, che scaldano il palco danzereccio introducendoci un’atmosfera tribale, mediterranea e meticcia.

Dopo una pausa i Nu Genea si fanno un po’ attendere, per poi salire sul palco che diventa affollato: otto musicisti sorridenti, pronti ad accogliere il calore del pubblico del NOVA Bologna.

Partono con Vesuvio, tratto dal recentissimo album Bar Mediterraneo, che vede la collaborazione di nomi del calibro di Tony Allen (storico batterista di Fela Kuti), Marco Castello (in Rire) e Célia Kameni.

Il concerto andrà avanti con canzoni di entrambi gli ultimi due album e intermezzi come  la mitica “Nuova Napoli” col basso che rimbomba nell’anima, un lungo assolo di sax ed effetti curiosi alla chitarra, e con “Disco Sole” che scatena un coro da stadio che segue il groove.

Poi Rire, con le sue percussioni tribali, le voci effettate che sembrano imitare uccellini e ancora una volta un solo di sax lodevole.

La cantante Fabiana Martone indossa un vestito lungo con alle spalle un mantello dorato che agita spesso, una coroncina di fiori colorati e porta un ventaglio che ogni tanto apre e sventola: è lei la grande trascinatrice di gruppo e pubblico.

Massimo e Lucio, i fondatori del gruppo, sono piazzati ai lati opposti del palco come quasi inglobassero tutto il resto della band, che sembra essere molto affiatata e divertirsi anche più di noi che siamo lì sotto.

Le “hit” sono particolarmente apprezzate, Marechià fa alzare tutti i telefonini in aria, e Tienatè è probabilmente la meglio eseguita e una delle più divertenti.

È un melting pot di musica, di canzoni e strumenti che si mescolano perfettamente facendoti sentire fisicamente a casa ma con la testa in vacanza.

Ddoje facce invece, col suo sound chill, ci fa vivere le contraddizioni di Napoli e ha uno dei testi più belli di tutti, che riassume nella frase finale che ti fa vivere sulla pelle la sua terra: “Napule è na malatia, è na bucia, è na verità”.

Il concerto si conclude con il bis sul palco con “Je vulesse”, in un tripudio di balli, voci, felicità e con le urla ripetute di Fabiana che ci trasmette tutta l’energia che ha addosso.

Le uniche note negative della serata sono il caldo asfissiante che non ci permette di muoverci come vorremmo e le solite coppiette che passano tutta la durata del concerto a darsi effusioni davanti alla tua faccia.

In conclusione, che dire?

I Nu Genea prendono ispirazione da diversi gruppi del passato, della tradizione napoletana e non, ma conservano la loro tipicità e originalità tanto da renderli unici in Italia e all’estero, anche per la bellezza dei loro live.

Imperdibili.

di Giulia Rivezzi