Live Report

Report TANAro Libera Tutti 2018

TANAro Libera Tutti 2018 Locandina

Che fai ti invitano a nascondino e non ti presenti al Tanaro?
Io poi? Aspirante essere umano, scribacchino da due spicci, nomade digitale, dedito al sì-ci-vado-e-sì-lo-faccio?

Mamma Casa Suonatori Indipendenti chiama per il Tanaro Libera Tutti ed io, Tricheco Psichedelico, rispondo presente. Ma a modo mio.
Arrivo qui ad Alba alle 2 del pomeriggio dopo 9 ore di viaggio con il mio fedele zaino da 50 litri sulle spalle e il mio guscio porta attrezzatura sulla pancia. Carico a mille, pronto a due giorni no stop di caccia al tesoro.

TANAro Libera Tutti 2018 Locandina

E come nei migliori giochi io mi butto così: senza conoscere alcunché. Così arrivo con poche informazioni, con la sola voglia di divertirmi, emozionarmi e raccontarvi questa bolgia in salsa tartufata. Perché le cose belle si raccontano di getto, a sberle, come uno squirting di note fluorescenti e un’agognata ascesa all’Olimpo.

Io vi becco tutti, giuro. Uno ad uno. Vi imprigiono nel mio racconto e col piffero che vi faccio uscire dalle nostre pagine digitali. Non sia mai. Vi racchiudo nel walkman per i nostri lettori e nessuno vi potrà liberare. Nessuno.
Mi spiace per gli organizzatori e tutti i ragazzi (tutti ultra fighi) ma non mi scappate. Non ci sarà alcuna tana libera tutti questa volta, ma solo coccole, carezze e un paio di birrette sul prato.

Il Festival: ovvero informazioni che chiunque potrebbe darvi meglio del sottoscritto

Giunto alla quarta edizione il festival TANAro libera tutti mi accoglie con afa e lo spirito del #proudlysuburban che sento sgorgare da tutti i pori di chi lavora dietro le quinte.

L’acqua bolle a 90º mentre il fermento qui già scotta alle temperature estive piemontesi.

Incuriosito mi aggiro tra gli stage vuoti e gli stand in allestimento. Son tutti presi ma nessuno che non trovi il tempo di scambiare due chiacchiere e due risate con me, che zaino in spalla cerco frescura.
Diane prendi nota, è un festival gestito da UMANI.

 

 

Ovunque fioriscono arti e laboratori, ragazzi che sorridono e saltano fra i due palchi, l’Apollo Stage e lo Sputnik.
A dividerli un lungo corridoio e un piccolo ponte che sembra unire due mondi lontani ma così simili. L’abbraccio in metafora. E l’unico punto (quando vi si passa sotto) dove si è equidistanti che è quasi silenzio. È il luogo della scelta e io non so scegliere. Mi prendo tutto.

TANAro Libera Tutti 2018 mappa

La mappa del TANAro Libera Tutti 2018

Figo, tutto molto figo. C’è l’odore del caldo e la maglietta mi si incastra addosso sul sudore.
E allora? C’è che mi piace, lo ammetto, e prima che mi parta la crisi d’allergia per il polline che-mi-sto-facendo-vecchio passiamo al day one.

Senza futuro ma #proudlysuburban.

Day One

La Notte

Io sì che son sveglio dall’alba, quella con la a minuscola e non con la A dove effettivamente sono geolocalizzato. Ad occhio direi che la fase di luce in questo periodo duri 12 ore circa sino al tramonto. È allora che cala La Notte e il suo piacevole buio che avvolge il pubblico dell’Apollo Stage con le palle di chi quel pubblico lo deve sciogliere e ancora manca di peli sul petto. E ci sta. Seppur li apprezzi di più quando accelerano e picchiano quelle chiome che (beati loro) hanno, non mi dispiacciono. Anzi, a tratti dolci come marshmallow amari non mi salgono mai a nausea. Almeno fin quando non mi notano di lato e mi squadrano con densa ironia.

Ma che muscoli hai
da quando non bevi?

Un po’ me la prendo, lo ammetto. Ma son pur sempre ragazzi, goliardate da apprezzare.
Quando allora smettono di suonare, finisco as usual a rifornirmi.

Le certezze da bar mi rendono sterile

Vabbè forse avete fatto centro, belli de zio. Bravi.

Bianco

Sale sul palco al momento giusto, con la gente bella pronta. Sopra le teste son calate le stelle e giunge l’ora sua, da incidere nero su Bianco.

Il pubblico apprezza, sempre più coinvolto, si muove e canta assieme alla band. Bianco li guarda con soddisfazione, quasi un ghigno ché li ha fatti suoi. Si può anche permettere di far salire una ragazza sul palco per sostituire Levante in Corri Corri, lei si prende la scena e l’atmosfera diventa putiferio. È ufficiale: il momento che spacca la prima serata del festival è questo.

TANAro Libera Tutti 2018 Bianco

Ma almeno non ditegli che ero sdraiato sul suo divano e sbevacchiavo le sue birre che magari non gli fa piacere. Yo!

Selton

Nel pomeriggio avevo scambiato un paio di occhiate alla è tutto ok nel backstage. Mi dico andiamoli a vedere un po’, sti Selton. Mentre sorseggio le prime birrette gelate sembrano intiepiditi al sound check. L’Italia è fuori dal mondiale e il Brasile non ha di certo brillato, il fatto che Ramiro avesse il gesso fino ad un paio di giorni fa è un mero dettaglio. Un pensiero mi ossessiona, il dubbio: sarà un Maracanazo?

TANAro Libera Tutti 2018 Selton

Poi succede quello che succede. La sorpresa, lo stupore. Il palco è solo un labile confine perché si prendono il prato, il cielo, la folla. Tutti ballano e si muovono ad un ritmo che passa dal forsennato all’ondulante. Un’onda intera che suda a tempo e vive, VIVE capite? E i cinque come maestri d’orchestra giocano col ritmo umano della folla, la scottano e la scaldano, dominando l’aria. Perfino io, cotto fino al midollo e con un ginocchio a pezzi, cedo al mood. Merito loro che ci fan sentire tutti belli e pieni di qualcosa da dare. Perfino io, con chili in più, la stanchezza e l’agilità di una scultura di legno mi sento un bel ballerino. C’è tutto, il sound brasiliano, la carica cazzuta, il ritmo del sangue dopo il morso di una tarantola.

Io mica l’ho capito cosa fosse o come descriverlo a voi. E allora, come direbbero i miei amici crotonesi (e anche alcuni redattori) m’ha scialat cumpà.

Altro che Maracanzo, i cinque sono Pentacampeones.

TANAro Libera Tutti 2018 Selton

Il sottoscritto dopo lo stalking aggravato ai grandissimi Selton

Ensi

Dovrei dichiarare il mio porto d’armi d’ignoranza nel mondo rap.
Ma zitto mi allungo allo Sputnik dove vedo una bagarre intorno a quell’omone che avevo già incrociato un paio di volte.
Gli occhi nascosti sotto il cappellino, lui che sputa fuori rime in freestyle come se fosse l’abc della prima elementare. Ma soprattutto crea una bolgia, un tutt’uno che salta e agita le mani al suo scandire rime. È come l’implosione di un boato racchiuso in 50 metri quadrati. Fa caldo, il sangue a mille, fa il botto.

TANAro Libera Tutti 2018 Ensi

Pausa

Qua siamo ancora all’antipasto e ho già sbottonato la cintura.
Io, ingordo, e il bicchierino Tanaro pro riciclo siamo pronti a morire se necessario.

Che sia Tanaro Libera Tutti, ma anche (a sto punto) thanatos libera tutti! ❤️

Day Two

Quasi non si respira dalla calura eppure c’è chi il fiato ce l’ha eccome.

Mi diverto moltissimo a seguire la rap battle organizzata al Radio Stage, perché io scriverei di lavoro ma mica le tiro fuori le rime con questa rapidità. Chissà da che malanno è afflitto il mio flow. Poi mi sposto allo Sputnik dove si alternano le band del Suburban Afternoon. Volano chitarre nel vuoto, si fa caciara e gli Xylema mi ricordano della mia adolescenza attirandomi nella loro trappola mentre vagavo dall’altra parte del parco con una batterista che tira giù lo stage e il mondo intero. Rimaniamo sbalorditi in tanti per questa forza della natura.

Poi si passa al menù principale.

Il flipper

Il programma dell’ultimo giorno mi richiede uno sforzo di improvvisazione ed esercizio fisico considerevole. Sui due palchi il piatto è succulento e la mia è una maratona costante fra i due poli intermezzati da birrette fresca a cascata. Questo perché scopro, mio malgrado, di non essere uno e trino anche se le mie divine ambizioni oggi mi sarebbero servite. In sostanza, nei miei sogni avrei coperto le due postazioni e un terzo me avrebbe fatto da spola a caricare birra.

Sul tardo pomeriggio iniziano gli acquazzoni che come una hidden track si celano su di noi, intimoriti che possa riaccadere ad ogni lampo. Se non fosse che quando spunta l’arcobaleno tutto viene interpretato come un segno divino e la giusta combinazione astrale per il segno del flipper, il mio.

Come una pallina mi aggiro fra l’Apollo e lo Sputnik in una battaglia epica: Elettropop vs Rap. Il trait d’union è che in entrambi i casi non sono un esperto. Meglio.

Da un lato quel pazzo di Elso vorrei portarmelo a casa e mettermelo sul comodino prima che lasci spazio a Lemandorle che crea il caos primordiale nei paraggi del palco. Leggenda narra che diventi difficile avvicinarsi ma lo segui volentieri anche da lontano, un po’ ammaliato dal calzettone da tennis alto in onore (voglio pensarla così) al mio adorato Wimbledon.

TANAro Libera Tutti 2018 Lemandorle

Nel lato opposto del parco faccio molta meno fatica a sgusciare e studio per il mio debito di cultura rap.
Seguo con attenzione Diego DishMc assieme agli Astor Novas, il cui suono mi scuote dal torpore di stanchezza che inizia a palesarsi. La platea li segue, li conoscon bene e quando parte Langa che conta mi sento l’unico idiota a non sapere di cosa si parli.

E se già penso che sia tutto molto meglio di come potevo aspettarmi, sale Mu-ru-bu-tu sul palco. Eh sì, lo scandisco così come quando le sue spalle caricano la gente ad applaudirlo.
Si può scrivere ammaliato, redazione? No perché qui non è solo musica, ma c’è un contenuto pesante come un macigno che richiederebbe una dissertazione approfondita. Sale in cattedra il prof Mariani, non si interroga oggi ma c’è uno spettacolo di spiegazione! Paroliere ammaliante, chapeau.

TANAro Libera Tutti 2018 Murubutu

Last but not least, anzi, Claver Gold crea un bel tripudio.
Il prato è in fiamme, incandescente. Tutto merito suo e di Dj West di scolpirlo come un unico luminescente quadro suburbano.

TANAro Libera Tutti 2018 Claver Gold

Ma allora per descrivere questa serata (mentre Godblesscomputer accompagna all’inseguimento del mattino), fra lampi, piogge, arcobaleni, il flipper e parole messe insieme così bene io non posso che citare lui, non a mo’ di quote ma come ricamo, prezioso, preciso, di un così bel momento, lui Céline.

la vita è questa, una scheggia di luce che termina nella notte

Ed io, che volevo solo vivere un altro po’, m’addormento felice e fiero, fieramente #suburban.

Ringraziamenti

Sentirsi a casa per uno che casa non ce l’ha è sempre un bel presupposto. Quindi complimenti a tutti i ragazzi che hanno lavorato duramente per rendere TANAro Libera Tutti un motore culturale di queste terre. Vincete a mani basse, anche solo per l’intenzione.

Grazie ad ognuno di voi, per le birre in compagnia, le chiacchiere, l’ospitalità, grazie per avermi mostrato coi vostri occhi quello che state mettendo su.

È venuto un po’ lungo, è vero, ma ne valeva davvero la pena. Io volevo scrivere un Guerra e Pace, ma mi è uscito fuori un TANAro Libera Tutti!


Grazie allo staff di TANAro Libera Tutti per le immagini.
Potete curiosare fra le altre foto sui loro profili Facebook e Instagram.