Live Report

|Live Report| EELS, acieloaperto, Rocca Malatestiana (FC)

eels

Gli EELS, o meglio Mr. E ed i suoi compagni di bevute prima che di stage, non li vedi dal fondo della Rocca Malatestiana.

Dopo aver parcheggiato tra il Conad ed il cimitero, con qualche fatica e qualche infrazione al codice della strada, tocca scalare lo scollinamento fino al centro storico, dove gli EELS stanno per salire sul palco e dare inizio ad acieloaperto 2018.

Appena dentro le sagome delle ultime fila di pubblico sono definite dalle luci del palco, che in un gioco prospettico si adagiano sulle loro teste.

In fondo la cinta muraria della Rocca.

L’impatto è notevole, la sensazione di bellezza e la percezione empatica dell’attesa finita rendono tutto più emozionante.

Mark Everett sale sul palco in tenuta di jeans, con cappello ed i suoi immancabili occhiali da sole, indossati anche dai restanti 3 membri della band.

That Look You Give That Guy, l’attesissima e melanconica ballata, è tra le prime ad essere suonate. Lo stupore spoglia le anime del pubblico, quasi come un adolescente impaziente che finalmente riesce a ricevere quelle attenzioni tanto bramate.

Today is the Day porta una freschezza californiana, Novocaine for the Soul è un pezzo che consente a Mr. E di sedere ad un tavolo con George Harrison e Kurt Cobain, invitato come anello di congiunzione tra l’eleganza dell’uno e l’atomicità dell’altro.

Il sound che tirano fuori gli EELS è colmo di tutti i suoni, semplici nell’espressione ma impossibili da replicare che sono andati perduti negli ultimi 10 anni di produzioni musicali mainstream.

Corposità e profondità di un basso che sembra una catena di montaggio, i tagli netti e decisi delle chitarre, assoli a volte distonici, con digressioni jazzistiche ricondotti prontamente nella pentatonica a creare un effetto di allungamento nella testa. La batteria, essenziale, porta il ritmo con la precisione delle staffe di un treno. 

E che locomotiva Little Joe al quale dedicano un intermezzo rock’n’roll sulla vita ed i gusti del batterista.

Mark si rivolge spesso al pubblico, entusiasta di suonare in una venue tanto affascinante, Badasses ci chiama, e stancamente trascinando le parole dileggia e diverte i partecipanti dall’età media alle porte dei 40.

Mr. E’s Beutiful Blues è proposta in una versione scarna e accelerata, Deconstruction, Bone Dry e Rusty Pipes fanno capolino dal nuovo album, ma c’è spazio anche per Climbing To The Moon e P.S. You Rock My World da Electro-shock Blues.

Il rapporto viscerale tra gli EELS e le loro canzoni, senza alcun filtro tra note e messaggio, difeso solo dall’apparente posa statuaria assunta dai 3 che accompagnano Oliver, è evidente, come lo è il loro posizionarsi al di fuori dalle discussioni e produzioni patinate, ma dentro le orecchie di chiunque li ascolti.

A fine concerto, dopo tre reprise e 4 brani, Mr. E saluta ringraziando Prince, gli Who e Brian Wilson, lasciandoci in balia di un forte vento e circa 10 gradi di escursione termica.

A margine, i complimenti all’organizzazione, elegante e puntuale dei ragazzi di acieloaperto, su tutte l’idea di realizzare dei resistenti bicchieri in plastica dati con cauzione di 1 euro che alla fine diventano un gadget ricordo e raggiungono l’obiettivo di non sporcare l’area.

Nota critica, come sempre, per chi va ai concerti per chiacchierare, starnazzare e parlare al telefono: se hanno 30 euro da gettare che s’iscrivessero al golf club, ne guadagnerebbero in spazio e brutte figure.

Appuntamento con i BRMC e i PIL nelle prossime settimane con Eleonora Rapezzi.