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|Interview| #PopUpNext incontra Venerus

“Io tornerò ma perdendomi di nuovo, tornare a casa sembra facile per chiunque”. Da Milano, a Londra, fino ad arrivare a Roma.

Così canta Andrea Venerus in Altrove, brano che è stato proposto per il live di Pop Up Live Sessions che, a proposito di andare e tornare, è stato registrato in una stazione metropolitana di Roma.

Il giovane Andrea, in arte solo Venerus, si racconta un po’ in una breve chiacchierata in occasione della live session, nella quale Andrea canta, Danilo Menna suona la batteria e Vittorio Gervasi il sassofono.

La sua musica è senza dubbio versatile, non la si può classificare in nessun modo.  È il frutto delle sue esperienze vissute. Andrea, infatti nasce a San Siro, a 18 anni si trasferisce a Londra, dove vive per cinque anni, subito dopo si trasferisce a Roma, città nella quale attualmente vive.

Raccontaci come la musica è entrata nella tua vita.

Sono un patito della chitarra. La suono da sempre. Fino al liceo da solo in cameretta. Dai 14 anni diciamo che ho iniziato a scrivere qualcosa di mio. A Londra ho frequentato per 5 anni l’accademia di musica e questo ha molto influito sul mio modo di fare musica.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Diciamo che ho sempre ascoltato di tutto. Dal rock anni ’70 e ’80, al jazz, all’elettronica. Non mi piace l’idea di cristallizzarmi in generi precisi. Mi piace scoprire sempre nuova musica, sia in me stesso che ascoltando quella degli altri. Penso che la musica sia uno studio continuo. E allo stesso modo mi piace adattare questo pensiero alla mia produzione.

Di cosa parlano i tuoi testi? Ti senti dentro le tue canzoni o non sono testi autobiografici?

Le mie canzoni non rappresentano nessuna tematica in particolare. Si tratta di pensieri, osservazioni e riflessioni che partono da me, ma vengono sempre universalizzati.

Cosa hai in cantiere per il futuro prossimo? Ti concentrerai più sulle prossime date o lavorerai a un disco?

Suonare e scrivere tanto. Mi piace dedicarmi più all’uscita di singoli che alla produzione di dischi. Per il disco ho un’idea più internazionale a cui penserò più avanti. Spero di incontrare tanta gente suonando, confrontarmi e collaborare con persone che mi stimino.

Se tu fossi una canzone…

Sarei sicuramente una canzone scritta e mai finita. Il cambiamento è una costante della mia vita. Cambio in continuazione e spero di continuare a farlo.

 

 

di Marta Paluccio