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|Interview| TAVO ci racconta perché “le parole sono importanti”

In un giorno di marzo totalmente surreale, abbiamo cercato per un momento di isolarci dalle preoccupazioni collettive e di non dimenticarci della musica, quella da raccontare.

Oggi vi vogliamo parlare di un bel progetto, tutto italiano: quello del giovane Francesco Taverna, in arte TAVO.

Con un album alle spalle (Funambolo) ed un singolo di successo, Annabelle,uscito a fine 2019, è stato definito da molte riviste del settore “uno dei profili più interessanti del panorama indie italiano”.

In quest’intervista notturna ci racconta di lui, del suo entusiasmo e della sua musica.

Annabelle prende ispirazione da un “reperto” daltri tempi: una lettera damore scritta nell800 ritrovata nella casa in cui abitavi prima. Ne consegue una tua personalissima ed affascinante ricostruzione di fatti accaduti ad ignoti e la narrazione di una storia dentro ad unaltra storia. Chi sono i protagonisti?

Hai detto bene: “un reperto”!

Molti pensano che quello della lettera sia uno stratagemma manzoniano (vedi “I Promessi Sposi”), in realtà non è cosi. I protagonisti sono un certo Ennio e una certa Maddalena (divenuta poi Annabelle per scelta metrica), un uomo ed una donna del 1850.

Quella che io ho trovato è la lettera che Ennio ha scritto alla sua “amata”. “Amata”, bada bene, tra virgolette. Infatti, leggendo si scopre che Maddalena è sposata quindi, a conti fatti, sono due amanti.

Quando ho scritto il testo, contrariamente a quanto si possa pensare, non ho romanzato su nulla. Ho sentito il dovere di non inventare o distorcere avvenimenti che in fondo non conoscevo, né tantomeno mi appartenevano.

In Annabelle ho semplicemente voluto parlare per la prima volta damore.

Ma non solo: ho parlato anche di paura, desiderio, speranza ed altri sentimenti che, grazie allattenzione e alla cura di Maddalena nel custodire la lettera ricevuta da Ennio, hanno viaggiato in modo immutato ed immutabile nel tempo fino ad oggi.

Come diceva Bauman con un pensiero oggettivamente condivisibile, viviamo in una società liquida.

Nonostante sembri che le paure connesse alla potenza dei sentimenti rimangano le stesse di secoli fa, oggi abbiamo perso labitudine ad esteriorizzarli nella maniera più pura, come forse facevano i nostri antenati.

Rispondimi sinceramente: compieresti questatto coraggiosodi scrivere una lettera damore a qualcuno?

Assolutamente sì! Lho fatto e lo rifarò.

Tu citi filosofi e sociologi, io cito Nanni Moretti in Palombella Rossa quando dice: “Le parole sono importanti (…)” , hai presente?

Ebbene, è vero. Per questo scrivo ancora le lettere.

Nei messaggi digitali scriviamo veloci, ci correggiamo, sbagliamo, cancelliamo,  ci sovrapponiamo l’uno con laltro. Nelle lettere scritte a mano, no: ponderiamo, scegliamo le parole migliori, per farci amare o, a volte, perdonare.

Con carta e penna vediamo in modo concreto lo spazio materiale (il foglio), allinterno del quale desideriamo contenere tutti i nostri sentimenti ed in quel momento realizziamo quanto grandi ed incontenibili siano in realtà.

Scegliamo le parole, perché “le parole sono importanti”.

A volte ho scritto lettere che non ho mai spedito, altre sono diventate canzoni.

Super colorato, che mescola ed accosta elementi come essere umano/ tecnologia/natura: è lartwork della copertina del singolo. Ce la spieghi secondo la tua interpretazione?

Dovresti chiedere a Lorenzo Chiesa, amico dinfanzia, grafico di questo progetto e pure di noti brand. Lui te lo saprebbe spiegare nei minimi dettagli.

Dietro ad ogni pubblicazione fatta finora si intersecano elementi reali e con altri grafici surreali, assurdi.

La musica per me è uno spazio immaginario (che bado a lasciare intatto), allinterno del quale l’ascoltatore può dare un volto ai protagonisti delle storie che racconto o colorare gli ambienti che descrivo.

La copertina di Annabelle rappresenta la ciclicità dei sentimenti nel tempo, al di là dei confini fra vita e morte.

Quali sono i tuoi artisti italiani di riferimento e a chi sogni di aprire un concerto?

Parte del mio sogno l’ho realizzato. Poco tempo fa ho presentato il nuovo tour Il tempo di ballare dividendo il palco con i Sick Tamburo: è stata una data fotonica.

Per quanto riguarda i concerti, per la prima volta quest’anno ho una vera e propria produzione alle spalle e ringrazio per questo mia etichetta Noize Hills Records.

Stefano Bendato ed Elio Genzo sono rispettivamente tecnici audio e luci molto in gamba che, oltre al mio spettacolo, curano show di artisti noti come Ermal Meta, Simone Cristicchi e molti altri. Sono onorato di lavorare con loro.

Comunque ci sono molti artisti ai quali sarei felice di aprire un concerto, tra cui Motta.

Quali sono i progetti musicali futuri di TAVO?

Spero di suonare tanto dal vivo perché la cosa che più amo di questo mestiere.

Abbiamo in cantiere un disco, anzi è un po’ di più di un disco, ma non posso ancora anticiparti nulla!

Ci stiamo lavorando duramente da due anni e sono certo che sarà un bel lavoro, spero vivamente possa piacere.

Ho ancora tantissime cose da fare, dopo tutto sono ancora al primo gradino di una lunghissima scalinata.

 

di Giulia Rivezzi