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|Interview| Baryonyx: da Livorno il duo con troppe y

Loro sono i Baryonyx e vengono da Livorno. Attivi sin dal 2008, hanno fatto qualche cambio di percorso e con il precedente singolo Mistico si avviano lungo una strada più pop e decisamente più intimista.

Al fortunato Mistico, si accoda subito il recentissimo singolo Demone, che racconta una storia di paranoie e lotte interiori in una relazione. Abbiamo parlato con loro proprio di quest’ultimo brano e di cosa ci aspetta nel loro futuro.

Siete in giro da parecchio, ma si percepisce quasi una sorta di voglia di ricominciare. Sbaglio?

Antonio: In un certo senso direi che hai colto in pieno le nostre intenzioni. Ufficialmente abbiamo iniziato a produrre musica nostra nel 2008 con uno stile pop-punk. Già dal 2010 abbiamo deciso di voler fare  “sul serio”, pubblicando prima il singolo Pensieri e poi l’EP Trias (di cui segnalo i brani No Sen e Nuvole di vetro) in uno stile alternative rock.

Col passare degli anni però ci siamo resi conto che l’alternative rock forse non avrebbe aggiunto niente a ciò che era già stato pubblicato nel panorama musicale. In Trias avevamo già   iniziato a inserire qualche innesto di musica elettronica e, come suggeritoci in alcune recensioni, abbiamo voluto osare di più.

Per questo dal 2015 abbiamo deciso a tutti gli effetti di sperimentare la musica elettronica nei nostri brani arrivando a  pubblicare nel 2016 il nostro primo LP Fuori il Blizzard (di cui segnalo Mondo a colori, Inferno #3 P.P.F.).

Ad oggi abbiamo voluto nuovamente rinnovarci, decidendo di avvicinarci al mondo dell’indie italiano pur sempre mantenendo il sound che ci ha sempre caratterizzato: tanta chitarra, riff melodici, qualche assolo e ovviamente alcuni innesti di elettronica. Diciamo che Mistico e Demone stanno facendo da apripista al nostro nuovo progetto.

Di cosa parla Demone, e perchè dovremmo identificarci nel testo?

Matteo: Demone parla dell’eterna lotta che ogni giorno dobbiamo intraprendere contro la nostra parte oscura che vive dentro di noi e che costantemente tende a tiraci a terra.

Parla anche di come a volte possiamo addirittura affezionarci ai nostri demoni fin quasi a non poterne più farne a meno, come se si muovessero e respirassero insieme a noi.

Come nasce un brano dei Baryonyx?

Matteo: Generalmente ci piace raccontare quello che succede nelle nostre vite. Un brano dei Baryonyx quasi sempre prende vita imbracciando una chitarra ad un’ora imprecisata del giorno lasciando scorrere le proprie emozioni. Il tutto magari davanti ad un piccolo focolare in compagnia dei propri amici.

Ci snocciolate un po’ di vostre influenze musicali? Vi influenzate a vicenda?

Antonio: al momento dell’esordio eravamo ancora dei ragazzini. Ci piaceva molto il pop punk stile Green Day e Blink 182. Crescendo abbiamo sentito il bisogno di qualcosa di più complesso e abbiamo iniziato ad ascoltare un po’ di rock alternativo, di brit-pop e di underground: Linkin Park, Thirty Second to Mars, Oasis, ma anche Subsonica, Verdena, Shandon, ecc..

Negli ultimi anni abbiamo iniziato ad apprezzare molto anche la musica elettronica come ad esempio gli M-83 o i Pendulum. Io e Matteo abbiamo comunque gusti musicali decisamente differenti: lui è più vicino alla musica di grande divulgazione, mentre io tendo ad ascoltare cose più di nicchia.

Da quando studio chitarra elettrica a livello accademico, ad esempio, ho iniziato ad apprezzare molto la musica metal come l’heavy, il power e il trash metal. Chiaramente non voglio dare una svolta metal al progetto, però a livello compositivo specialmente per quanto riguarda la chitarra devo dire che questo mi ha consentito di ampliare molto il modo di arrangiare i brani. In un certo senso mi porta ad evitare talvolta di cadere nel “già sentito”.

Essendo un gruppo è chiaro che ci influenziamo a vicenda e rispettiamo anche quel che l’altro ascolta:  cerchiamo di cogliere il meglio di entrambe le nostre culture musicali risolvendo in un sound che spesso ci è stato detto non essere riconducibile ad altri gruppi già affermati: cerchiamo sempre di restare nel sound Baryonyx, come se fosse un nostro marchio di fabbrica.

Cosa c’è nel futuro dei Baryonyx?

Antonio: Abbiamo molte idee in testa che ci piacerebbe mettere in pratica. Sicuramente non posso nascondere che stiamo lavorando ad un nuovo album sullo stile di Mistico e Demone.

Non abbiamo ancora deciso quando dovrebbe uscire, perché prima vogliamo capire bene che riscontro avranno questi singoli tra il pubblico. In un certo senso stiamo sondando il terreno. Fino ad ora abbiamo avuto un buon riscontro sia sui media che sui social.

Nelle nostre intenzioni sicuramente c’è anche la voglia di tornare a calcare il palco, cosa a noi molto cara ma che fino ad oggi per motivi di impegno e di risorse a nostra disposizione non abbiamo potuto fare.

C’è molta carne al fuoco e con l’aiuto dei nostri collaboratori Black Out Dischi e Conza Press vogliamo tornare a dire la nostra sulla scena musicale.

Vi invito a fare un salto sui nostri canali social in modo da non perdere nessuna novità. Per chi ha un account Spotify in particolare segnalo la playlist This is Baryonyx che racchiude un po’ tutta la nostra discografia in una decina di brani più significativi pubblicati fino ad oggi. 

di Smoking Area