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|Intervista| Lemandorle – TANARO Libera Tutti 2018

Lemandorle

Parte stasera TANARO Libera Tutti e tra gli artisti che andranno ad esibirsi nella due giorni piemontese ci sono Lemandorle.

Duo elettro/Pop/Synth, abbiamo deciso di intervistare Lemandorle prima del loro live fluviale.

D. Ciao ragazzi e benvenuti su Casa Suonatori Indipendenti. Il vostro sound può essere definito una patchanka del pop, tra synth, drums ed elettronica. Una volta, un grande pianista jazz mi disse che non c’è cosa più difficile che scrivere una canzone pop, in 4/4. È veramente così?

R. È l’unico modo in cui so scrivere in questo momento. Spesso i virtuosismi tecnici strumentali e la prolissità testuale nascondo la mancanza di idee e di identità: suono un sacco di note e dico un sacco di parole con la speranza che nessuno si accorga che non ho niente dire. Il pop per me è fatto bene quando ha poche parole e poche note.

D. Al Tanaro Libera Tutti ci si aspetta che arriviate come uno di quei furgoni che vendono gelati porta a porta, invadendo di musica e colori la città che dorme ai piedi del fiume. Avete in mente qualcosa di particolare? Che emozioni pensate di incrociare?

R. Arriveremo con un Panda. Vi faremo ballare e cantare allo stesso tempo

D. #proudlysuburban è l’hashtag ufficiale di questa edizione del Tanaro Libera Tutti. Qual è il vostro rapporto con la periferia? Voi siete nati sulla SA-RC, la periferia d’Europa, quindi in qualche modo la periferia vi ha ispirato.

R. La periferia vera è solo quella delle grandi città. Il resto più che periferia la chiamerei fortuna. Non so cosa sia la periferia onestamente. So cosa vuol dire vivere in un paesino tranquillo, in provincia, o in una zona rurale. E per me è solo una fortuna.

D. La vostra cifra artistica più evidente è la qualità nella produzione. Tuttavia in Italia ci sono molte produzioni “in serie” che hanno buona consistenza ma nessun coraggio o segno distintivo. Qual è il vostro punto di vista sui producers nostrani?

R. Che il livello si è alzato paurosamente negli ultimi anni. Trovo molto più personali e originali i producer in ambito pop e hip-hop in italiano che non quelli legati a un pop o a una elettronica in inglese, che nella maggior parte dei casi rimangono derivativi e cloni di serie b di roba straniera. In italiano possiamo dire e fare qualcosa di davvero personale senza limitarsi a scimmiottare l’estero. Guarda Carl Brave, Giorgio Poi, Frah Quintale, Ghali, Gazzelle e tanti altri.

D. In conclusione, una domanda sul futuro: che evoluzione stanno cercando lemandorle? Ci sarà l’entrata di qualche musicista in più dal vivo? C’è un genere tra quelli che avete sperimentato e mischiato che vi sta attraendo più degli altri?

R. Non ne abbiamo idea. Continueremo a muoverci tra brani pop e cose più prettamente club, continuando anche a produrre basi hip-hop che prima o poi qualche grande rapper userà.