Ottobre frizzantino al Deliri Cafè Bistrot di Sora, arriva da Portland la giovane e talentuosa Robin Bacior.
Robin Bacior – Melodie delicate, come l’intonazione della sua voce che sa decantare il suo presente (nel quale non è poi così difficile rispecchiarsi) ed evolversi nelle sfumature del presente di tutti.
Sembra quasi che tenga per se la totalità dell’espansione della sua voce, ed è vero. Vuole lasciare spazio alle sue melodie. Difatti è lei a prendersi cura anche degli arrangiamenti.
Da New York si è trasferita a Portland; mi spiega che c’è un bel fermento musicale in quella zona e che il clima piovoso l’ha aiutata ad avere un maggior confronto con se stessa.
A volte mi ricorda Florence and the Machine altre le morbidità dei Morcheaba; è sicuramente un album che voglio con me e sono grato quando Robin me lo regala.
Parlando con lei mi accorgo che la musica non è solo un mezzo di espressione; è la sua formula per descriversi ed esorcizzare i suoi demoni, raccontarli nella complessità della sua musica, nonostante una tenera timidezza.
Mi racconta che ha progetti paralleli, ma dove si sente viva è in questo.
‘Light it move me’ – è questo il titolo del suo ultimo album – nel quale si mostra e mostra tutto, tra capacità e velarsi si ascolta l’anima dell’artista.
Robin è un’ artista che non si nasconde dentro se stessa, si manifesta nella sua disarmante sincerità.