Santiago Cordoba, il suo “Corso” e i Violentango, dal “Cibo per la Mente – Caffè Letterario” di Taranto.
Con i piedi leggeri le orecchie curiose io ed il fidato Davide siamo partiti alla volta della Basilicata: ad attenderci con sorrisi sinceri e cuori grandi c’erano Giusy, Rosita e Gianni che ci hanno fatto da Cicerone tra i terreni coltivati e quelli a maggese, tra fabbriche mostruose e calanchi lunari, tra suoni e tradizioni.
Una terra nella quale gli occhi si perdono su profili dolci e fragili e ti viene voglia di camminare scalza.
Una terra che incanta come le sirene di Ulisse e si lascia arricchire anche da estere melodie; è qui che conosciamo Santiago Cordoba un argentino che vive a Berlino e alla prese con il suo tour in Italia.
Potevamo farcelo scappare? Davide sfodera la sua macchina fotografica, io la mia curiosità e la penna.
Fede – Chi è Santiago? Gli domando senza troppi fronzoli. Lui in un italiano lento ma buono mi racconta la sua storia.
Santiago Cordoba – Sono un musicista dei Violentango, un gruppo che in Argentina si occupa di scavare nelle nostre tradizioni musicali e riportarle alla luce.
Fede – Come si fa con un fossile?
Santiago Cordoba – Si pensa al Tango esclusivamente come un ballo, come se la musica che lo accompagna fosse un mero contorno, non si producono più brani originali, si attinge alla tradizione e si rielaborano quelle melodie. È questa la linfa dei Violentango, comporre tango strumentale contemporaneo.
Fede – In Argentina ci sono altri gruppo che sposano questa filosofia?
Santiago Cordoba – Si ci sono altri gruppi. Di spessore saremmo in cinque ed insieme abbiamo dato il via ad un movimento di avanguardia e siamo contenti che altri musicisti ci affianchino.
Fede – Ok facciamo mente locale: sei un percussionista dei Violentango. Cosa ci fai allora qui in Italia da solo?
Santiago Cordoba – Sono in Italia a presentare il mio progetto solista ‘Corso’ e sono qui grazie a Rosita che a Berlino ha incontrato la mia musica. Le è piaciuta ed è riuscita ad organizzarmi il tour.
Fede – Quando, come e perché ti è venuta in mente l’idea del progetto ‘Corso?
Santiago Cordoba – Era il 2015. Dovevo andare a Madrid e mi domandavo cosa avessi fatto senza la musica dei Violentango; così ho deciso di fondere la mia urgenza creativa e ‘sperimentarmi’ in qualcosa di tutto mio. Sono rimasto piacevolmente sorpreso nello scoprire che i brani uscivano in maniera fluida e che avevano- ed hanno- vita propria, si evolvono.
Arriva il momento del live e Santiago tira fuori dalla sua borsa come fossero coriandoli una vastità di strumenti: chitarra, sintetizzatore e percussioni e da quel momento il mondo per lui sparisce. A quel punto Santiago diviene un’estensione dei suoi strumenti e ci fa sentire la sua elegante creatività.
Loop elettronici sono il tappeto su cui le corde della chitarra elettrica rispondono alla eco di un pianoforte, mentre percussioni ballano come una tribù intorno ad un falò.
Basta poco e la piazza si riempie al richiamo di sonorità ipnotiche, intriganti e che si intersecano tra scambi, campionature ed arrangiamenti: una magia di note.
La musica di Santiago riesce a toccare le corde interne e da questa vibrazione l’immaginazione si incammina, si perde e ci si ritrova arricchiti.
Non ci resta che aspettare Ottobre – quando uscirà il secondo album solista di Santiago- per immergerci nuovamente nel suo oceano di suoni ed emozioni e lasciare alla musica l’alchimia di far innamorare.
di Federica Romani foto Davide Canali