Live Report

|Live Report| Superorganism al Locomotiv, Bologna

Il Locomotiv di Bologna ospita la primissima delle due date italiane dei Superorganism e gode di un live un po’ atipico.

In apertura i Pi Ja Ma, un duo di origine francese con un outfit degno del loro nome e delle sonorità non troppo diverse da quelle degli headliner, ci suonano brani etichettabili come indie/dance ed un accenno rock con schitarrate sul finale.

Mentre aspettiamo i Superorganism intravedo la scaletta, ha su una decina di pezzi.
Dopo poco tempo si presentano sul palco distinguendosi sin da subito per la loro presenza scenica indossando mantelli superbrillantinati, ciascuno di un colore diverso, che fanno da contrasto ai video proiettati sul maxi schermo appena dietro di loro.

Tutto è molto ’90ies ed è quasi come indossare una maschera che proietta in una realtà virtuale, in un videogioco.
A questo livello del gioco si rimane fermi ad ascoltare, a tentare di comprendere la dinamica della serata.

Si parte con la omonima ed energica “SPRORGNSM” ed in prima fila vibra tutto.
Poi i mantelli vengono tolti e lasciano spazio a vestiti colorati e ad uno stile che oggi in gergo modaiolo potremmo definire “hipster”.

La quasi solenne “Tokyo” è un richiamo alle origini. La cantante giapponese Orono Noguchi è appena maggiorenne ma per nulla ingenua: mostra personalità da vendere ed il live ruota tutto intorno alla sua buona dose di follia/ ironia, al rapporto che instaura col pubblico e alle sue improvvise e non troppo innocenti gridate.

Fase due: le mani iniziano ad agitarsi e a battersi, incominciamo a diventare parte attiva del game/spettacolo.
“The Prawn song” è preceduta ed introdotta da una domanda:“How do you say prawn in Italian?”.

Il pubblico grida “gamberetto!” e lei, gridandolo ripetutamente, si cimenta in una presa in giro della nostra gestualità, un po’ come usano fare tutti gli stranieri che provano ad imitarci.

In “Everybody wants to be famous” la cantante indossa un nuovo accessorio, il cavo del microfono attorno al collo, e c’è un alto grado di coinvolgimento degli spettatori.
Il resto della formazione è composta da 7 elementi, ripartita in cori, tamburelli con nastri colorati, tastiera, batteria e chitarra, a cavallo tra l’antico ed il moderno.

Una pausa ed infine l’ultimo livello, in cui ci trasformiamo definitivamente in parte attiva del videogioco anche se ci mancano gli abiti: Orono ci spiega come affrontare “Relax”, il primo brano del bis. A metà canzone ci dà ordini di abbassarci tutti e dopo qualche secondo di impegnarci a saltare dal basso.

Abbiamo evitato con successo il mostro che si stava avvicinando, possiamo proseguire la nostra “avventura nello spazio”!
Ed eccoci all’ultimissima canzone, forse la più pop ed al contempo una delle più interessanti, “Something for your M.I.N.D”, che fa scatenare tutti sopra e sotto il palco.

Il concerto lascia l’impressione di trovarsi di fronte ad una band con grandi potenzialità non ancora completamente sfruttate (forse per la sua giovane età) che nonostante tutto però, presenta un prodotto più che valido e coinvolgente dal vivo.

di Giulia Rivezzi