Review

Black Rebel Motorcycle Club, “Wrong Creatures” (Vagrant Records)

Wrong Creatures

I Black Rebel Motorcycle Club sono tornati con Wrong Creatures ed un tour.

Una folta nebbia che scende nella penombra, delle sagome indefinite, le luci soffuse: è un’atmosfera di una certa efficacia, evocata spesso da molta musica e filmografia. Iniziando ad ascoltare Wrong Creatures ci troviamo proprio lì in mezzo, ma lo stupore che ci assale in un primo momento è effimero.

Lentamente riusciamo a mettere a fuoco le figure che abbiamo davanti e la musica in sottofondo diventa sempre più chiara. Adesso la sensazione è di essere in un dejavù, ci eravamo già passati da qui e questo sound non ci è nuovo! 
Wrong Creatures è un album piuttosto piatto e poco emozionante, forse anche un po’ deludente per essere stato partorito da una band con due decenni di attività. Pochi sono gli episodi degni di nota, ma mi piace raccomandare un paio di brani: “Echo” e “Little Thing Gone Wild”.

Nel primo caso, dopo la soporifera “Haunt”, il trio si cimenta in una bella ballad che si sviluppa su un morbido giro di basso, che nella riuscita del pezzo ha chiaramente i suoi meriti. Mentre nel secondo brano sfoggiano il loro animo più selvaggio e il risultato è un avvincente stoner radiofonico, infatti non per nulla è stato scelto come singolo.

Bisogna segnalare, inoltre, che in “Ninth Configuration” riescono ad esprimere qualcosa di leggermente diverso con delle sfuriate di stampo noise e che in “Circus Bazooko” anche il tassativo richiamo sixties è ampiamente realizzato e fortunatamente limitato ad un solo brano.

Come certi “big” insegnano, rimanere conforme al proprio stile in alcuni casi, addirittura, ripaga.

Nella maggioranza dei casi però senza un minimo di sperimentanzione, purtroppo, si rischia di far perdere l’interesse verso la propria musica, ma quanto meno non possiamo parlare di involuzione nel caso dell’ennesimo album dei Black Rebel Motorcycle Band.

Wrong Creatures è un continuo susseguirsi di brani che vagano tra desert, dark e brit rock.

Tutti ben fatti e, a modo loro, intriganti, per carità, ma nulla che faccia urlare di gioia.