Review

|Review| Un viaggio musicale col Barrilete Cosmico dei Café Bizarre

Metto su un cd che è uscito un po’ di tempo fa (ottobre 2022), avevo voglia di riascoltare un disco che un caro amico mi ha regalato. E mentre compio questo atto trasgressivo – ma chi è che ancora nel 2023 mette su un cd? – sento che le mie mani vogliono obbedire alla mia mente. Che, nel frattempo, nota dopo nota, sta partorendo emozioni e sensazioni che chiedono di essere trascritte. E condivise con quel piccolo grande mondo che è stato – e sempre lo sarà – la mia casa, la casa di chi sa apprezzare i musicisti indipendenti.

Barrilete Cosmico dei pugliesissimi Café Bizarre è un piccolo gioiellino di sette canzoni che sa di birra delle due del pomeriggio e disagio esistenziale in musica. Una musica tutta tricolore, ma che ha saputo sapientemente incontrarsi con quelle influenze belle che venivano da altri paesi. E Sbronze Pomeridiane ne è subito una prova lampante: è leggera, piacevole, senza grandi pretese. Esattamente come una sbronza pomeridiana, a base di Peroni, nei peggiori bar di un qualsiasi luogo imprecisato del sud Italia. Quei luoghi dove nascono molte di queste canzoni che sanno di sudore, di sale prove minuscole, di vita vissuta.

café bizarre

L’album mi sta sorprendendo, mi sembra qualcosa di diverso rispetto al passato, più fresco e più rock, salvo qualche brano più melanconico e introspettivo.

Rimane comunque una certa coerenza di fondo, i pezzi si incastrano bene l’uno nell’altro, diversi tra loro ma con combinazioni affini. Proprio come in un puzzle dalla composizione impegnativa ma accattivante. La voce di Francesco Stramaglia gioca su diversi toni e compie interessanti digressioni. Se in Alla Deriva – un pezzo con un intro assai vivace grazie anche al basso di Gianni Foschini e alla chitarra di Gianluca Graziano – mi sembra per un attimo di sentire gli acuti alla Manuel Agnelli, in Universi Paralleli la trovo più bilanciata. Forse perché deve sposarsi con la spiritualità della canzone, che fa l’occhiolino ai Velvet Underground, almeno nella parte iniziale.

D’altronde il nome Café Bizarre non è che un tributo alla celebre band statunitense.

Che si fece buttare fuori dall’omonimo locale per aver osato suonare in maniera più veemente la splendida e “rumorosissima” The Black Angel’s Death Song. Qualche debito con la musica statunitense ce l’ha anche Cose Sporche, con quel suono molto Southern rock e quel testo decisamente blues nel suo spirito. Con Anni di Piombo passiamo dal sogno americano a quello inglese, un universo culturale che ha marcato molto alcuni membri dei Café Bizarre. Un pezzo dove la batteria di Michele Amati segna il ritmo di quegli anni grigi, industriali, freddi ma fervidi come pochi altri.

café bizarre

Non riesco ad ascoltare i brani di Barrilete Cosmico in ordine, devo per forza farlo a casaccio.

E adesso è la volta di Cattivi Effetti, che mi piace e basta. A volte non è necessario aggiungere per forza ulteriori argomentazioni. È uno di quei pezzi che con i nostalgici come me vince a mani basse. Cosa che non succede nell’immediato con Destino Infame – l’ultimo brano dell’album e del mio ascolto aleatorio -, ma che poi sa convincermi grazie alla sua spudorata contemporaneità indie-rock

Il disco è finito, è tempo dei consigli per gli acquisti, come direbbe la buonanima di Maurizio Costanzo.

E mi sento di dire, a chi ha voglia di investire 31 minuti del proprio tempo, di lasciarsi  trasportare da questo “aquilone cosmico”. Facciamo un po’ di trivia, Barrilete (aquilone in spagnolo) Cosmico era il nome dato dal cronista Víctor Hugo Morales a Maradona durante la partita Argentina-Inghilterra, mentre segnò il famoso goal della Mano de Dios. Un aquilone che svolazza tra gli stati d’animo dell’essere umano, passando dai suoi momenti gloriosi a quelli più nefandi, come accadde a Maradona. E se volete accettare un altro consiglio, ascoltatevi i Café Bizarre in macchina, lungo una strada che magari vi sta portando verso il mare, in un pomeriggio assolato. Perché così renderete pienamente giustizia alla musica di questi quattro ragazzi di Bari, una musica che sa portarti lontano pur rimanendo ancorata. A sud. Sempre e comunque.