Review

|Review| Levy, “Light Blue” (LAYELL Label)

Levy e il loro “Light Blue”, potrebbe essere uno spot promozionale di chissà quale campagna pubblicitaria, ma questa volta non si tratta di slogan o di nomi inglesi dalla pronuncia affascinante e ridondante.

Bensì di una band (italiana) con un sound prettamente estero, che riassume e contiene i migliori cenni alternative rock degli ultimi dieci anni in una grande opera pop rock che non delude assolutamente l’ascoltatore.

“Light Blue” è un disco da ascoltare tutto d’un fiato e potrebbe benissimo elevarsi tra tutte le uscite (settimanali? giornaliere?) che siamo costretti a subire ogni giorno, dove il marchio di fabbrica indie resta ormai indelebile nella sua accezione più negativa possibile.

Un disco, il loro, che piace, convince ed è destinato a far parlare di sé (se non in Italia, di sicuro da qualche altra parte, statene certi) e che non ha apparenti difetti, se non quello di convincere a primo ascolto. L’album è nato durante il “Beautiful Monsters Tour 2018”, che ha visto la band marchigiana impegnata per gran parte dell’estate.

Dopo il riscontro di pubblico e critica durante la promozione di “Jamie” e “Beautiful Monsters” che li ha portati a calcare i palchi della Gran Bretagna, la band ha deciso di tornare con un album di otto tracce dal chiaro sapore di rock internazionale.

Ed è proprio l’internazionalità il loro punto forte, il non confinarsi e il non restare fini a se stessi che piace più di ogni altra cosa.

Ottima avventura quella intrapresa dai Levy, che speriamo possa continuare con più soddisfazioni possibili ed un disco ancora più maturo e pieno di ispirazione, emozioni e lucidità.

di Vincenzo Belvedere