Review

|Review| Esce l’EP di esordio di Miglio ed è davvero un bel lavoro.

Un altro bel colpo segnato da Matilde Dischi, che pubblica oggi “Manifesti e immaginari sensibili”,  di Miglio.

Si tratta dell’EP di esordio di Miglio, distribuito da Artist First, publishing Edizioni Curci.

Miglio l’abbiamo conosciuta due anni fa, nell’occasione di un’intervista che ha rilasciato per il nostro magazine subito dopo l’uscita del suo singolo, Pianura Padana.

Bresciana di origine e bolognese di adozione, Alessia Zappamiglio propone uno stile diretto e molto personale: brani che ci fanno vivere scenari urbani contemporanei, l’asfalto e il calcestruzzo, le luci al neon delle pizzerie, le mani fredde dopo una lunga camminata in strada, guidare di notte, la periferia.

Lo chiamata cantautorato post moderno e ci fidiamo di lei, senza andare oltre nei tentativi di etichettare qualcosa che ci sembra davvero molto interessante.

Manifesti e immaginari sensibili contiene 6 brani: 20 minuti di musica dritta in faccia, o meglio allo stomaco.

Una scrittura piuttosto naturale, storie di vita, di amori che fanno soffrire,  su musiche che uniscono new wave ed elettronica, con richiami pop nello stile immediato di ogni singola canzone, ma non nei contenuti dei testi.

“Il titolo “Manifesti e immaginari sensibili” nasce proprio dalle canzoni del disco, immagini che definiscono ciò che ho visto, immaginato, vissuto: all’interno ci sono i luoghi che mi hanno dato qualcosa, le persone che ho incontrato, le mie idee e il modo che ho di visualizzarle, ci sono le cose vere che ho sentito e provato su di me, momenti di rottura e di inizio.

L’album è stato preceduto dai singoli autostrade, india e con la tua saliva e ha visto la collaborazione di  Marco Bertoni (Confusional Quartet, Dalla, Demetrio Stratos, Nannini, Subsonica e altri) come produttore.

Miglio ci regala un lavoro interessantissimo sulla sua generazione, sulla solitudine che si può provare anche se iperconnessi, su una vita che ci gira intorno e che a volte sembra di non riuscire ad afferrarla.

 di Veronica Boggini