Live Session

Che “Rumore” fa la musica dei ROS?

ROS

Sono giovani, sono toscani e fanno un sacco di casino. Sono i ROS e, nella tromba delle scale del Viteculture Quirinetta, hanno fatto una bella caciara davanti le telecamere di Pop Up – Live Sessions suonando il loro singolo “Rumore”.

Freschi di partecipazione a X Factor 11, i ROS hanno finalmente potuto girare questa live session tanto desiderata con i ragazzi di Pop Up che già conoscevano. Così dice Camilla Giannelli, la frontman del gruppo, memorabile per la sua grinta e determinazione, nonché per le 50 sfumature di rosa e fucsia dei suoi capelli. Così, quando sono stati contattati da loro, hanno pronunciato un sonoro “sì” senza pensarci due volte.

E quando sono arrivati al Quirinetta è stato sorprendente montare gli strumenti sulle scale anziché sul palco, come si aspettavano che fosse. Motivo per cui Camilla e Kevin (Rossetti, il bassista) erano vestiti in pendant, in quanto di norma sul palco sono posizionati davanti al batterista (Lorenzo Peruzzi). “Siamo rimasti piacevolmente spiazzati – dice Camillaperché è stata una bella sfida stare nelle scale perché non avevamo modo di vederci tra noi. Una grande prova di coesione sonora, oltre che una situazione divertente“.

Chiaramente i volumi erano altissimi, si sa che la tromba delle scale è perfetta per creare rumore. Camilla  racconta entusiasta del “casino pazzesco” fatto in quel posto che non avevano mai visto e che hanno avuto modo di esplorare prima della loro data del 26 aprile. Nonostante abbiamo dovuto fare tutto di corsa, sono riusciti a sfornare una bella performance, molto genuina. E Camilla è certa che ne sia valsa la pena.

“Rumore” è il singolo, ma è anche il “manifesto dei ROS”, tiene a sottolineare Camilla. “Caratterizza chi siamo davvero e dal vivo ha un grande impatto, era sicuramente la scelta più azzeccata per una live session“.

Saranno in giro per l’Italia con il “Rumore in Tour“, che si rifà all’EP di recente uscita, contenente cinque cover oltre all’omonimo inedito. Ma il pubblico cosa troverà dal vivo al concerto dei ROS? “Noi veniamo da tanti anni di musica inedita – dice Camilla -, ora la stiamo mettendo insieme e lavorandola meglio, ci saranno delle anticipazioni del disco (ancora non si sa quando uscirà, ma un singolo potrebbe arrivare presto) e ci sono inediti che scoprirà chi verrà a sentirci dal vivo“. Sicuramente verrà dato spazio ai singoli del passato come “Maschere“, “Alchermes“, “Virus” e “Curve“, che sono fruibili su YouTube già dal 2016.

Il disco d’esordio è una promessa di grande maturità, Camilla assicura che sarà adulto, completo ed elaborato. Ci stanno lavorando su da prima che andassero a X Factor, stanno curandolo pezzo per pezzo. “Rumore“, uscito per Sony, è nato sotto l’egida di Manuel Agnelli, che li ha prodotti insieme a Rodrigo d’Erasmo. E per non farsi mancare nulla, sono stati missati da Tommaso Colliva. Con questi nomi che fungeranno da guida per i ROS, il risultato non può che essere ottimale. Riguardo la casa di produzione stanno ancora valutando, insieme a Vertigo che cura per loro tour e management, chi possa fare al caso loro.

Di cosa si sono nutriti i ROS a livello musicale? Nascono dalla fusione della passione di Camilla per il rock internazionale e l’indie rock italiano, a quella per il cantautorato e l’indie italiano di Lorenzo e il rock/metal di Kevin. Avendo comunque gusti molto simil, non hanno faticato a trovare una linea comune e, dalla sala prove di Montepulciano (SI), hanno deciso di imbarcarsi verso l’avventura televisiva che ha regalato loro una certa visibilità.

Finalmente ho potuto parlare direttamente con qualcuno che ha partecipato a X Factor. Avevo l’occasione di soddisfare qualche curiosità e non ho voluto perderla. Partiamo con la grande questione: X Factor è davvero un’opportunità per le band e/o gli artisti che fanno rock? Ho sentito tanti pareri discordanti, ma mai uno da parte di chi questa chance l’ha vissuta dall’interno.

È un programma tv prima che musicale – risponde prontamente Camillae devi riuscire a sfruttare al massimo la parte relativa alla musica. Devi tenere duro per rimanere te stesso e in questo Manuel ci ha aiutato molto. Se hai una fortuna del genere puoi farlo, magari in altre situazioni non è facile perché, una volta usciti dal programma, devi crearti una tua credibilità. Questo perché l’ambito rock vede X Factor come un prodotto commerciale e quindi è tosta. Noi veniamo da Montepulciano, da lì è difficile emergere e X Factor ci ha aiutato a farlo. Ora tocca a noi e qui viene la parte più difficile, perché c’è chi rimane immobile e/o non incontra le persone giuste per proseguire. La nostra missione è farci conoscere per come siamo, starà a noi a rimarcare la nostra personalità“.

Altra questione che occupa un posto importante nei discorsi sui musicisti in Italia: l’importanza di cantare in italiano. Mi è sempre capitato di ascoltare dibattiti del tipo “se sei in Italia devi cantare in italiano, è meglio anche per il mercato” oppure “preferisco cantare in inglese perché la trovo una lingua che si sposa meglio con il genere che suono”.

Le motivazioni in generale sono sempre le più disparate, io ero curiosa di ascoltare quella dei ROS. “Noi vogliamo cantare solo in italiano – risponde convinta Camilla -, anche se abbiamo dovuto fare delle cover in inglese a X Factor perché il programma richiedeva una certa versatilità. Cantare in italiano è una scelta personale, lo facciamo da sempre, ci troviamo meglio. Sia perché il nostro genere qui non ha grande visibilità e vorremmo creare una specie di novità cantandolo in italiano. Sia perché ci esprimiamo meglio, ci piace sapere cosa stiamo dicendo e per noi è importante che chi ci ascolta capisca ciò che diciamo“.

E se nel cammino dei ROS non ci fosse stato X Factor?

Avrebbero mirato comunque a portare la loro musica fuori dal loro contesto mi dice Camilla, magari partendo da grandi opportunità come i festival. Avrebbero puntato tantissimo sul disco per farlo uscire nel migliore dei modi – come d’altronde stanno comunque facendo – e avrebbero cercato un buon booking. Praticamente lo stesso percorso di una classica band che crede nel proprio progetto ed è determinato a portarlo avanti. Giusto per sottolineare come la partecipazione a un talent show non debba essere per forza la consacrazione al male. Anzi, se sei scaltro e lungimirante puoi anche rigirare questa “virata commerciale” a tuo favore. E ho buone ragioni per credere che questi ragazzi abbiano in testa una cosa del genere.

 

Sentite un po’ tutto il “rumore” che sono capaci di fare: