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KO Computer, il tributo tricolore ai Radiohead

La copertina di KO Computer

La copertina di KO Computer

Per il suo ventennale, Silvia BoscheroTimisoara Pinto, che di King Kong – Radio 1 Rai, la trasmissione musicale dell’ammiraglia delle radio italiane, sono il cuore, la mente ed il braccio, hanno deciso di chiedere ad alcuni musicisti italiani di coverizzare e reinterpretare l’intero disco: ed ecco KO Computer.

Il 16 giugno 1997 diveniva fruibile “Ok Computer”, terzo album dei Radiohead, ultima band che è stata capace di innovare ed innovarsi sulla scena musicale internazionale.

Grazie a Ja.La e Carlo Garrè l’abbiamo potuto ascoltare in anteprima e questo è il risultato di una afosa domenica pomeriggio.

La sfida parte con “Airbag”, Motta ed Appino la personalizzano q.b. perché a fare il resto ci pensa la voce del Premio Tenco livornese, che riesce ad avere una resa incredibile grazie al suo timbro.

Diodato rimane fedele alla scrittura originale di “Paranoid Android”,  dandone un’ottima interpretazione in chiave reverse.

Niccolò Fabi cerca di avvicinarsi al mondo della Union Jack effettando la voce e ricercando delle atmosfere, ma finita la sua cover di “Subterranean Homesick Alien”, non è che si abbia tutta questa voglia di riascoltarla.

Discorso opposto invece per Colapesce, che a suon di beat e drum machine ci regala una gran versione di “Exit Music”, innovare un pezzo di per sé futuristico è quasi un’impresa, complimenti a Lorenzo.

Di “Let down” il compianto Robin Williams disse << A song to take you deep >>,  lui forse scavò troppo in fondo alle sue debolezze e paure, ma è innegabile come questa traccia abbia la capacità di sfogliare i demoni di chi l’ascolta come un bambino che rovista in un armadio. Di Martino e Fabrizio Cammarata ne hanno addolcito la malinconia e introdotto una sonorità suddista grazie alla presenza di eteree percussioni. Non di facilissima lettura, la loro interpretazione è una delle più profonde.

I Marlene, per KO Computer, hanno scelto di trasportare fuori dalla realtà “Karma Police”, cioè farne un pezzo da MK. Performance a denti stretti, ritmi feroci e rallentati, una versione molto cinematografica e che ricorda un pò a tutti dove stanno le radici dell’alternative rock italiano.

Il primo capolavoro è firmato Max Collini e Jukka Reverberi.
“Fitter Happier” è diventata tra le mani di Spartiti qualcosa di ancora più alienante, “Fitter, Happier, More Productive” non poteva che essere affidato alla malinconia sociale ed inquietante del duo che sta portando in giro uno dei tour più profondi e qualitativamente sorprendenti del 2017. Il pianoforte dissociato fa da binario sul quale si appoggia in piena atarassia la voce di Max.

Chapeau.

Altrettanto perfetta la scelta di affidare al desert blues di Adriano Viterbini “Electioneering”. Immaginate i Tinariwen e Bombino che crescono in una borgata di Roma, e si approcciano all’ossessività dell’ottava traccia per renderla un mantra polveroso.

Masterpiece ex aequo con Spartiti di KO Computer.

Iosonouncane disegna un’atmosfera eyeswideshout per “Climbing up the Walls”, multitraccia vocale e beat plause, con orchestrazione elettronica in crescendo, un climax che porta a chiudere gli occhi ed eliminare qualunque oggetto intorno a sè.

La dolcezza di Nada, la delicatezza intrinseca di “No Surprises”.
Gli Alazka si perdono l’architettura originale, ne rimane un piano, il campionatore e le sequenze elettroniche a fare da cornice alla Malanima.

“Lucky” in KO Computer è affare di Cristina Donà.
Tutto è rallentato, voci si rincorrono, confrontano, si parlano intorno alla lead vocal, fino all’esplosione, diventa tutto seduzione e terrore, cuore pulsante.

A chiudere, Paolo Benvegnù con “The Tourist”, la sua voce baritonale è incredibilmente rassicurante e minacciosa al tempo stesso. A volte ha l’effetto di un vinile mandato fuori giri, qualcosa di perfettamente ondeggiante.

Alla base è vero, c’è il talento creativo di Yorke e soci, ma, bistratta da alcuni soloni della critica musicale italiana, questa compilation dimostra invece l’umiltà, la curiosità e la voglia di mettere una piccola firma sul capolavoro da parte dei più stimati artisti del nostro paese.

Può essere uno spunto per riprendere stima e consapevolezza dei mezzi musicali del nostro paese e, in qualche modo, europeizzarci.

Per ascoltare KO Computer, basterà aspettare il prossimo venerdì, giorno del concerto a Monza all’interno dell’I-Day Festival, sarà in FREE DOWNLOAD sul sito www.kingkong.rai.it

Intanto, noi di Casa Suonatori Indipendenti saremo mercoledì 14 alle Cascine di Firenze per la prima delle due tappe italiane dei Radiohead.