Review

|Review| La musica dei Nicaragua nel loro LP Practice Over Theory

Practice Over Theory è l’esordio dei Nicaragua. Una piccola grande band che ci fa ricordare l’estate.

Forse dicembre non è il mese adatto per uscire con un disco del genere, che fa volare la mente verso spiagge estive al tramonto con un Sex on the beach in mano e il ritmo (dei Nicaragua?) in testa. Ma poco male: un disco, anzi un album/LP per la precisione, quando esce sul mercato esce. L’importante è ricordarselo e tirarlo fuori al momento più opportuno.

Practice Over Theory è il debut album della nuova band composta da Caterina Yuka Sforza che scrive i testi e ci mette la voce e Yuri Tartari Pucci che costruisce le musiche di questo piccolo capolavoro.

Partiamo dal lato femminile della band: Caterina ha scritto otto semplici testi, ma per nulla banali e scontati (ascoltate ad esempio Belong) e la sua voce è decisamente vellutata e versatile riuscendo a reinventarsi in ogni traccia del disco.

Ricorda un po’ l’attitudine e la determinazione di Tracey Thorn degli Everything but the Girl o il piglio e la delicatezza di Dido nel periodo Life For Rent.

Ma un’ottima voce e dei buoni testi a volte possono essere un buco nell’acqua se non accompagnati da parti musicali e arrangiamenti fatti bene. Ed è così che Yuri si improvvisa sarto dalle mani d’oro per confezionare addosso alla voce di Caterina il vestito giusto canzone dopo canzone. Non so come sia andato il processo creativo, ma quello che interessa in questo progetto è la resa finale.

Ogni parte musicale, tra elettronica e chitarre elettriche, veste un outfit perfetto per la voce principale.

In Practice Over Theory nulla sembra lasciato al caso e ogni canzone sembra essere un episodio della tua serie TV preferita. O, meglio, la colonna sonora. Dove tutto si amalgama alla perfezione dove i sintetizzatori trovano un perfetto equilibrio in mezzo alle brevi parti strumentali e il tutto supporta al meglio una delle voci più interessanti che ho scoperto in questo 2020.

Peccato che finisca tutto così presto, giusto il tempo di fare una pausa dal lavoro e immergersi nel ricordo di una vacanza estiva quando si poteva ballare in spiaggia fino a tarda notte e la serata iniziava con i ritmi chill out sparati al massimo volume dalle casse verso l’orizzonte.

 Comunque sia: buona la prima.

di Damiano Sabuzi Giuliani