Review

|Review| tornano i NOFX con The Single Album

L’ultima volta che ho parlato dei NOFX su CSImagazine è stato in occasione dell’uscita, in Italia, della loro autobiografia “Una vasca per cesso e altre storie (Tsunami Edizioni)”. Oggi torno a parlare della punk rock band californiana in occasione della loro ultima fatica discografica uscita lo scorso febbraio: The Single Album.

La cosa che mi ha sorpreso di più, a dire la verità, non è stata la pubblicazione di un nuovo disco dei NOFX, ma come questo sia stato praticamente snobbato dalla stampa specializzata (e non) nostrana.

Ad eccezione di qualche rivista e webzine online, i media italiani si sono praticamente dimenticati di Fat Mike e compagni. Un vero peccato!

Questo disco esce ben 5 anni dopo il loro First Ditch Effort (mentre dello scorso anno è West Coast vs Wessex uno split album realizzato con Frank Turner) e Single Album è il loro miglior lavoro in studio dai tempi di The War on Errorismdel 2003.

Il quattordicesimo album  dei NOFX e l’11esimo con la migliore formazione di sempre (Fat Mike, Eric Melvin, El Hefe e Erik Sandin), dal punto di vista dei contenuti non si discosta molto dai lavori precedenti: la falsità della politica americana guidata da Trump, reo di aver perpetrato una politica estera senza scrupoli e di aver esacerbato, all’interno dei confini nazionali, disuguaglianze, razzismo e tensione sociale.

A questi ingredienti Fat Mike aggiunge questioni personali. Chi ha letto la loro biografia sa bene che l’alcol e le droghe sono (e sono state) croce e delizia di tutti i membri della band. In particolare Mike ha iniziato il lungo e doloroso percorso di rehab solo dal 2016.

Non a caso il disco inizia con la malata “The Big Drag” dai toni cupi che fa da apri strada ai contenuti della migliore traccia “Birmingham” che raccolta come i problemi di salute di Mike l’abbiano convinto a disintossicarsi definitivamente.

I due singoli Love You More than I Hate Me e Fuck Euphemism rimangono in bilico tra esperienze personali ricche di sensibilità nelle quali è facile immedesimarsi e laconica follia tipica dei testi dei NOFX. Mentre Fish In A Gun Barrel è ballata che parla di un uomo che compra una pistola e spara sulla folla.

Per i fan sfegatati dei NOFX sarà sicuramente Linewleum la traccia più apprezzata di questo disco che omaggia la loro epica Linoleum, che apre l’inimitabile LP Punk in Drublic (1994) e per spiegare il perché è meglio lasciar parlare direttamente Fat Mike:

Non ho idea del perché Linoleum sia il nostro pezzo di cui sono state fatte più cover da parte di un sacco di band e invece ad altri brani sia stata data scarsa attenzione. Linoleum non è stata un singolo, non ha avuto un video, non è passata in radio e soprattutto non ha nemmeno un ritornello!!!

Tutti i pezzi famosi hanno un ritornello! Che cazzo!

 Quindi una notte sono stato su fino alle 4 a guardare su YouTube centinaia di band da 28 paesi del mondo (la maggior parte indonesiane) che suonavano Linoleum e per me è stata un’esperienza veramente emozionante. Per questo ho deciso di scrivere un pezzo che fosse un ringraziamento a tutte queste persone che hanno imparato quei quattro accordi e ricordato quei testi non in rima. Poi ho chiesto alla più grande di quelle band di registrare alcune parti sul pezzo. A quel punto M. Shadows ha suggerito di fare un video assieme e io ho fatto in modo di mettere tutti i gruppi nel video.

Ok, non proprio tutti i gruppi ma ne ho presi un po’ di quelli fighi! Un pezzo sul non suonare un pezzo che non è una hit con un video che parla di altre band che fanno una cover di quel pezzo! Ecco perché adoro scrivere pezzi punk! Nessuna regola!

 

Con Doors And Fours i Nostri ci riportano di nuovo su atmosfere oscure: si torna parlare di droga e dipendenze sfogliando l’album dei ricordi di quegli anni Ottanta che hanno spezzato la vita di molti amici.

Chiude il disco Your last Resort che inizia con la voce spezzata di Mike accompagnata da un delicatissimo piano per poi esplodere nel devastante punk rock alla NOFX. Le parti di batteria di Erik Sandin sono spettacolari in questa non-ballad piena di rabbia.

Certamente siamo lontani da quei fantastici anni Novanta inaugurati con White Trash, Two Heebs and a Bean e chiusi con So Long and Thanks for All the Shoes ma Single Album dimostra che, nonostante tutto, i NOFX hanno ancora qualcosa da dire di fottutamente punk.

Sicuramente, nonostante la sua voce graffiata più stanca e invecchiata, l’urlo di Fat Mike del 1997 è ancora valido:

…You’ll never understand it

Try to buy and brand it

I win, you lose, ’cause it’s my job

To keep punk rock elite

This music ain’t your fuckin’ industry

di Damiano Sabuzi Giuliani