Estate polverizzata, estasi sonora e tornado sonico è quello che Kykeon dei Rev Rev Rev ci regala in questo fine settembre.
L’italogaze è promettente e funziona benissimo. Ottimi lavori dall’inizio dell’anno, il Flux Fest che raccoglie consensi e si prepara alla prossima edizione, una critica specializzata che accoglie il movimento con affetto e competenza.
Insomma, tutto va per il meglio e il nuovo album della band capitanata da Laura e Seba conferma la tendenza.
Aspettavo questo disco da tempo e ora che è uscito non posso fare altro che certificare quello che già sapevo e cioè che i Rev Rev Rev sono nel pieno della loro maturità compositiva e Kykeon, uscito per Fuzz Club, è pietra angolare assoluta.
Non solo shoegaze, non basta più ad una delle realtà più stimate all’estero. Kykeon è multiforme e brilla di tante facce.
C’è stoner di quello più psichedelico di stampo Loop, c’è sperimentalismo kraut rock, c’è noise e ci sono le chitarre tonanti di matrice MBV e derivati. C’è poi qualche lacrima new wave spruzzata qua e là con saggezza e mestiere.
I due singoli estratti aprono squarci giganteschi verso uno spazio profondo e scintillante.
Clutching the Blade è una sciabolata data da un carrarmato che, impietoso, avanza senza sosta.
3 not 3 è cosmica e acida, ma l’album si apre con Waiting for Godel che ti taglia in due con chitarre selvagge e una batteria marziale sorretta da un basso affogato nella distorsione.
Panorami desertici, flusso sonoro che spacca come punta di diamante orecchie e cuore.
I Rev Rev Rev sono scesi in campo e bisogna fare i conti con loro perchè sono loro, adesso, la perla più fulgida del movimento shoegaze italiano.
Per una scena che è in salute, eccone un’altra non scherza.
Spesso me ne sono occupato su queste frequenze e ci torno volentieri, perché il japanese shoegaze è sempre ricco di belle proposte.
Stavolta metto sul tavolo i Cattle che hanno pubblicato da poco un nuovo lavoro: Sweet Dream,Tender Light and Your Memory.
Vocine pop degne dei Lush più caramellosi, chitarre ben presenti e pezzi brevi e orecchiabili, sporchi il giusto.
I Cattle sono un bel progetto che affianca i già ben conosciuti Luby Sparks e fanno della melodia il loro pezzo forte.
Affiora, ed è inevitabile, una certa quale stanchezza in alcune tracce perchè la formula è già bella e spremuta, ma i trenta minuti di durata scorrono via senza problemi e noia alcuna.